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“Renzi usa Firenze per le sue ambizioni.” Parola di Fantoni


Renzi si serve di Firenze per le sue ambizioni

Io lo dico da anni, ma oggi a dirlo è anche l’Assessore Fantoni (quello con le deleghe più pesanti) che stufo di fare il paggetto per l’ambizioso Renzi si è dimesso con una lettera inequivocabile.

Tutti coloro che osano pensare prima o poi entrano in conflitto con Renzi. 
La prima fu Barbara Cavandoli, mandata in guerra contro i Della Valle e abbandonata al fronte, poi Cristina Scaletti oggi in Giunta con Rossi entrata in conflitto con Renzi perché osava avere progetti, poi Falchetti, Da Empoli e oggi Fantoni. Nel frattempo anche collaboratori e consulenti di livello hanno sbattuto la porta.
L’attacco di Fantoni però è il più duro, perché colpisce al cuore la politica renziana.
Questo il testo completo:

 “Oggi ho inviato al sindaco la mia lettera motivata di dimissioni da assessore al bilancio, patrimonio e casa del Comune di Firenze e conseguentemente da delegato alle politiche abitative e presidente della consulta casa per l’Anci nazionale. Nel motivare questa mia decisione irrevocabile non sono ricorso al richiamo delle rituali “ragioni personali”.
Le mie dimissioni sono dovute esclusivamente a motivi di carattere politico e amministrativo e intervengono in assenza di qualsiasi paracadute ovvero trasferimento ad altro incarico “compensativo”.

Ho continuato a svolgere ostinatamente il lavoro affidatomi sin dalle ultime ore, ma ad oggi con particolare riferimento ad insanabili divergenze in ordine alle procedure e alle azioni da mettere in atto realtive alla gestione economica/finanziaria dell’ente, quindi alla sicurezza dei conti, non posso che considerare venute meno le condizioni perchè io possa proseguire coerentemente nell’esercizio delle deleghe affidatemi, quindi nel rapporto di collaborazione con il sindaco, Matteo Renzi.

Torno dunque al mio precedente lavoro nel Maggio Musicale Fiorentino. Un lavoro che ho ottenuto vincendo un pubblico concorso nel 1996 e l’ho faccio nella piena coscienza, considerata la situazione di crisi in cui versa il teatro, che questo mio lavoro è a rischio insieme al salario che da questo ricavo e che costituisce l’unica fonte di sostentamento di cui dispongo per me e la mia famiglia. Nei prossimi mesi infatti sarò con ogni probabilità un lavoratore sottoposto 

a cassintegrazione. Ho sempre pensato che chi svolge un ruolo politico e amministrativo lo debba fare in una logica di servizio alla cosa pubblica quindi in favore della collettività. ho sempre pensato che chi è chiamato a governare Firenze sia al servizio della città e non che la città, Firenze, sia a servizio e uno strumento utile al perseguimento di ambizioni personali.”