Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.

Lo scandalo di Casa Martelli

Finanziata, progettata, doveva aprire nel marzo 2011: è diroccata e i lavori non sono mai iniziati.
Doveva essere una  Comunità Terapeutica Psichiatrica: è un rudere tra i rovi.
I malati mentali e le loro famiglie restano con la fame di assistenza.
Per denunciare questo scandalo io e Stefano Mugnai abbiamo incontrato sul posto i giornalisti insieme a un nutrito gruppo di pazienti affetti da malattia mentale e di loro familiari, guidati dalla presidente della Consulta malattie mentali di Firenze Giovanna Borri e dal presidente dell’Associazione Nuova Aurora Alvaro Lepri.

L’opera era interamente finanziata, e la struttura doveva essere pronta per accogliere venticinque malati psichici già nel marzo 2011. Invece Casa Martelli, la colonica proprio dietro l’Iot che doveva diventare comunità terapeutica per le malattie mentali, è ancora lì: in stato di abbandono, sempre più diroccata ogni stagione che passa. I pazienti che speravano di esservi ospitati e i loro familiari sono esasperati. Che fine hanno fatto i 2 milioni di euro stanziati in più tranches dal 2004 in poi con delibere della Asl 10 (il direttore generale era l’attuale assessore regionale alla sanità Luigi Marroni) e della giunta regionale (l’assessore al diritto alla salute era l’attuale governatore Enrico Rossi)? E, soprattutto, che fine ha fatto quel progetto di assistenza cura che avrebbe recato sollievo a malati che a Firenze sono pressoché privi di una rete di sostegno adeguata al bisogno?
Siamo davanti a una cattiva gestione, quanto meno, delle risorse regionali e della sanità. Questi denari sono infatti stati stanziati senza esser messi a frutto. Per di più la Asl 10 di Firenze, pur in possesso di questo villino che è Casa Martelli e pur lasciandolo andare in rovina, ha continuato a compiere acquisizioni immobiliari su cui, a quanto si è appreso nei mesi scorsi dalla stampa, pare sia al lavoro la magistratura fiorentina. 
Non meno importante  la questione della capacità di cura rispetto alla malattia mentale: questi pazienti sono deboli tra i deboli, e le loro famiglie si trovano troppo spesso abbandonate a sé stesse, prive di adeguati percorsi di un’assistenza che in questi casi non può essere solo farmacologica. Per questo è ancor più grave che il recupero della colonica e l’attivazione del centro per la salute mentale che doveva sorgere a Casa Martelli, ospitando 15 pazienti in regime residenziale più altri 10 nel centro diurno, siano rimasti lettera morta.
Sul caso abbiamo presentato oggi anche un’interrogazione alla giunta regionale. A rispondere dovranno proprio essere i protagonisti storici della vicenda, ovvero Luigi Marroni ed Enrico Rossi.
Nell’interrogazione abbiamo chiesto anche maggiori chiarimenti sulla vendita del “Villino Tacca” centro diurno per malati psichici. I dirigenti sanitari avevano affermato che la vendita serviva per finanziare il recupero di Villa Martelli. Che fine hanno fatto quei soldi? A chi è stata venduta, a quale prezzo, con quali modalità?