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DIRITTO ALLO STUDIO: A PISA LA RESIDENZA DELLO SPRECO

La Regione Toscana si è prestata ad un vero e proprio regalo nei confronti delle cooperative coinvolte nella realizzazione della residenza universitaria ‘I Praticelli’ di Pisa, Consorzio Etruria e Cotrep: a fronte di circa 6 milioni di euro di aggravio dei costi, la spesa è stata coperta interamente dall’Azienda per il diritto allo studio. Nonostante questo l’Ardsu ha continuato a versare al privato, almeno dal 2010, un canone annuo per la gestione della residenza da quasi 3 milioni di euro. Per questo la Corte dei Conti, nella relazione regionale presentata ieri, ha segnalato il caso, sottolineando che l’opera, di fatto, non è stata realizzata secondo la collaborazione pubblico-privato prevista dal project financing, ma è frutto di un vero e proprio finanziamento. Chiediamo conto alla Regione della situazione che venga fatta chiarezza su una vicenda che potrebbe avere ulteriori strascichi giudiziari e sulle operazioni che hanno portato a questa grave ricaduta sulle casse pubbliche.

Vogliamo sapere perché in quella residenza, come sottolinea la Corte dei Conti, gli studenti abbiano pagato in questi anni un canone medio superiore di 3-400 euro rispetto ad altre strutture. Chiederemo al Comune di Pisa la convocazione dei vertici dell’Ardsu in Commissione pretendiamo risposte, tramite il nostro consigliere comunale di Fratelli d’Italia Filippo Bedini.

La Corte dei Conti sottolinea come l’Ardsu nel progetto, che risale al 2001 per una residenza inaugurata nel 2008, abbia corrisposto una quota inferiore al 50% come prevedono le regole del project financing, ma rileva altresì che ‘il rischio di costruzione è stato sopportato esclusivamente dall’amministrazione pubblica’. 
Sono troppi e destano serie perplessità le esposizioni economiche di cui, in questa vicenda, si è caricata in modo anomalo l’Ardsu, specie nel quadro di grave difficoltà economica in cui versa l’azienda. 
La Regione spieghi perché si è agito in questo modo, i cittadini e gli studenti hanno il diritto di sapere dove finiscano i soldi pubblici utilizzati.