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CORROMPEVANO I MAGISTRATI, INCHIESTA IN PUGLIA. COINVOLTO IL RE DEGLI OUTLET EX SOCIO DI RENZI

L’accusa di aver corrotto dei magistrati nei confronti di Luigi D’Agostino è inquietante, alla luce dei rapporti con Tiziano Renzi, di cui è stato socio e insieme al quale si è occupato dell’operazione per la realizzazione di outlet, anche in Puglia.


Un gruppo di affari nella quale è stato coinvolto anche l’ultimo presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi. Oggi le istituzioni che hanno dato credito a questi personaggi, anche a Firenze con la compravendita dell’ex teatro comunale, si dovrebbero cospargere il capo di cenere. 
La Procura di Trani ha arrestato oggi due magistrati e un’altra persona per presunti casi di corruzione. L’accusa è pesante: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale.

In questo senso è emblematico che all’imprenditore di Barletta sia stato notificato un provvedimento di interdizione dell’attività imprenditoriale. D’Agostino era già stato arrestato a giugno scorso a Firenze per false fatturazioni, capo d’accusa che lo vede a processo proprio insieme a Tiziano Renzi.

Sarà la Magistratura a giudicare, ma il fatto che oltre tra anni fa avessimo denunciato alcune manovre oscure ci fa domandare: perché chi di dovere non è intervenuto subito?