La borsa del giudice Borsellino alla Camera

Non se ne separava mai, e al suo interno conservava agende e documenti talmente importanti da volerli sempre con sé. Il sacrificio di Paolo Borsellino per la lotta alla mafia è un faro sulla nostra strada

Non se ne liberava mai. Al suo interno, conservava agende e documenti talmente importanti da volerli sempre con sé. Fino all’ultimo. E i segni della strage che dilaniò i corpi di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, ma anche l’anima e i cuori degli italiani perbene, sono tangibili sulla sua borsa, e ci riportano a quei maledetti momenti. Il sacrificio di Paolo Borsellino per la lotta alla mafia è un faro sulla nostra strada.

Servitore dello Stato, come pochi ce ne sono stati, Borsellino ha lavorato ogni giorno nella consapevolezza di essere il ‘prossimo’ ad essere assassinato dopo Giovanni Falcone. Paolo Borsellino ci ha insegnato che avere paura è umano, ma che quando si combatte per difendere ciò in cui si crede il coraggio può essere più forte di quella paura. Ed è così che è stato la scintilla di un incendio di speranza, di giustizia, di amore per l’Italia.

Lucia Borsellino: “Nella borsa di mio padre agende che voleva sempre con sè”

La borsa di Paolo Borsellino esposta alla Camera “rappresenta più di ogni altro oggetto la dedizione al lavoro, la sacralità con cui nostro padre concepiva il suo servizio allo Stato e alle istituzioni. In quella borsa aveva riposto, oltre agli effetti personali, anche le sue agende e alcuni documenti la cui importanza era ritenuta da lui tale da volerli tenere sempre con sé”. Lo ha detto la figlia di Paolo Borsellino, Lucia, alla cerimonia per l’inaugurazione della teca installata alla Camera dei Deputati che contiene la borsa del padre, il magistrato Paolo Borsellino.

“In quei giorni – ha ricordato la figlia del Magistrato antimafia – il suo viso portava vividi i segni del dolore della strage di Capaci. Oggi siamo qua a celebrare tutti coloro che hanno fatto nel servizio alle istituzioni il loro stile di vita. Per noi è un giorno speciale: a questo oggetto viene restituita la dignità che merita, un simbolo dello spirito di servizio di un uomo dello Stato che ha onorato questo Stato e le sue istituzioni fino all’ultimo istante”.

Meloni: “Il sacrificio di Borsellino ha motivato milioni di persone”

“Ho raccontato molte volte di aver cominciato il mio impegno politico all’indomani della strage di via Amelio. Sono passati 33 anni. Conservo la memoria di quelle immagini e di quell’improvviso senso di urgenza, la sensazione che non avesse senso provare rabbia se non si riusciva a trasformare quella rabbia in mobilitazione. Quel giorno inizia il cammino che mi ha portato a diventare presidente del Consiglio.

Il sacrificio di Paolo Borsellino, i servitori dello Stato che erano al suo fianco, non ha motivato solo me, ma è la storia di tantissime persone che da quelle stragi di mafia hanno deciso di impegnarsi. Perché la cosa che noi dobbiamo ricordare è che da quelle strage è partito un movimento di popolo che per la prima volta ha detto visibilmente ‘no’, ha detto visibilmente ‘no’ alla violenza, al ricatto, all’omertà e l’illegalità in cui la mafia avrebbe voluto condannare l’Italia”. Sono le parole del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni.

La Russa: “Borsellino ha cambiato il corso della Storia”

“Paolo Borsellino appartiene a quella generazione di magistrati coraggiosi e valorosi, come Giovanni Falcone, Rosario Livatino, Antonino Scopelliti, che hanno cambiato il corso della storia ed hanno contributo a portare la lotta alla mafia dal piano del diritto a quello della morale.

In un’epoca in cui i più forti alleati della violenza mafiosa erano omertà, paura e rassegnazione quei giudici in prima linea ci hanno dato una speranza: la speranza di sconfiggere la mafia e di estirparla partendo dalle sue radici sociali e culturali”. Così il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, durante al cerimonia a palazzo Montecitorio.

Presidente Antimafia Colosimo: “Oggi ribadiamo da che parte stiamo”

“La borsa di Borsellino è tornata a Roma, ha l’odore acre e intenso della pelle bruciata. Dentro è intatta, come intatto è l’insegnamento di uomo che, solo, ha incarnato il senso del dovere più profondo, il rispetto per le istituzioni, la sete di giustizia.

Oggi le istituzioni, e noi, ribadiamo da che parte stiamo. Chiediamo perdono ai nostri figli se, in questi anni, non sempre così è sembrato. Lasciamo nella casa degli italiani il monito a noi stessi, l’insegnamento ad essere come questo uomo ci ha mostrato, con la sua vita e la sua morte”. Lo ha detto la presidente il Presidente della commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo.