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Agricoltori contro le politiche ideologiche dell’Unione europea: ecco perché protestano

Strade e piazze d’Europa si sono riempite di trattori: è la protesta degli agricoltori strozzati dalle politiche europee

In questi giorni sempre più agricoltori stanno protestando contro le politiche dell’Unione europea in materia di agricoltura. Sono scesi nelle piazze e nelle strade di tutta Europa con i loro trattori: stanno dando voce a chi è strozzato dalle politiche europee. Molta della rabbia degli agricoltori arriva da una lettura ideologica della transizione ecologica che ha pensato di poter difendere l’ambiente combattendo gli agricoltori: noi siamo dalla parte degli agricoltori.

Ecco perché gli agricoltori protestano

Gli agricoltori di tutta Europa protestano contro le politiche dell’Unione europea: il settore agricolo ha sempre criticano le misure introdotte per il rinnovo della cosiddetta Pac, la Politica Agricola Comune. Si tratta di misure che valgono 55 miliardi di euro e che dovrebbero rendere più sostenibile l’agricoltura. Gli agricoltori sostengono che si tratti di politiche agricole eccessivamente ambientaliste che non tengono conto delle loro reali necessità.

Molta della rabbia degli agricoltori arriva da una lettura ideologica della transizione ecologica che ha pensato di poter difendere l’ambiente combattendo gli agricoltori. Sia chiaro: questa non è la nostra visione. Gli agricoltori sono fondamentali e devono necessariamente essere parte attiva della transizione ecologica, se vogliamo che questa funzioni davvero. Gli agricoltori sono attenti alle dinamiche ambientali e i primi a volere che la nostra natura sia nella migliore condizione possibile.

Le misure europee

Le misure europee prevedono l’obbligo di destinare almeno il 4% dei terreni coltivabili a funzioni non produttive, come i “campi solari”. Percentuale ridotta al 4%, dall’iniziale proposta del 10%, solo grazie ai nostri emendamenti contro le follie green della sinistra ambientalista solo a parole.

Inoltre, le misure Ue impongono l’obbligo di effettuare rotazioni delle colture e di ridurre l’uso di fertilizzanti di almeno il 20%. Secondo gli agricoltori, tali misure rendono il settore agricolo europeo meno competitivo rispetto agli altri.

Le proteste in tutta Europa

Le proteste sono iniziate in Francia e Germania, ma sono ben presto dilagate in tutti gli altri stati europei come Italia, Spagna, Belgio ma anche Polonia e Romania.

Sono circa una cinquantina i trattori davanti alla sede del parlamento europeo a Bruxelles. Mentre in altri Stati gli agricoltori protestano contro i Governi nazionali e le politiche dell’Unione europea, in Italia gli agricoltori protestano solo contro le politiche ideologiche dell’Unione europea perché il Governo Meloni è al loro fianco.

Pac e Green deal: ecco di cosa si tratta

La Pac, ovvero la politica agricola comune, è stata votata poco più di due anni fa in Ue. Gli agricoltori denunciano che il settore agricolo stia pagando da solo i costi della transizione ecologica imposta da Bruxelles. Come abbiamo già evidenziato, sono contro l’obbligo di tenere a riposo il 4% del terreno, condizione necessaria per poter accedere ai fondi europei, ma anche contro alle imposizioni sui pesticidi e all’utilizzo delle rotazioni. Clicca qui per approfondire di cosa si tratta.

Il Green Deal è un pacchetto di iniziative che mira ad avviare l’Unione Europea sulla strada di una presunta transizione verde, con l’obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Gli agricoltori sono stati i primi ad essere toccati direttamente da queste previsioni: protestano contro queste politiche ecologiste che gravano sui lavoratori europei e favoriscono le importazioni estere. Clicca qui se vuoi conoscere tutte le misure previste dal green deal.

Immediato l’intervento del Governo Meloni: “previsti 8 Miliardi del Pnrr”

“Da sempre il mondo agricolo è uno dei principali mondi ai quali abbiamo rivolto la nostra attenzione, lo dimostrano i fatti, lo dimostra il fatto che noi abbiamo con le Leggi di bilancio aumentato le risorse per gli agricoltori, lo dimostra il fatto che quando abbiamo rinegoziato il PNRR abbiamo portato le risorse per gli agricoltori da 5 a 8 miliardi del PNRR, lo dimostra il fatto che rispetto a proteste che ci sono in altri Paesi europei dove non sono stati rinnovati gli incentivi sul gasolio, noi abbiamo fatto lo sforzo di rinnovare gli incentivi sul gasolio e quindi abbiamo fatto il massimo possibile.

Abbiamo fatto un grande lavoro anche nella difesa dei prodotti di eccellenza, la famosa norma che vieta la produzione di cibo sintetico (clicca qui per capire di cosa si tratta) che è stata vituperata e derisa, oggi viene presa a modello in diverse Nazioni europee e anche al di là dell’oceano”, le parole del Presidente Meloni.

Sono stati, inoltre, presentati degli emendamenti da parte di tutta la maggioranza all’interno del decreto Milleproroghe, per la proroga a tutto il 2024 dell’esenzione dall’Irpef dei redditi dominicali ed agrari.

L’Unione Europea fa marcia indietro sul Green Deal

Nella comunicazione presentata oggi, la Commissione Europea raccomanda un taglio delle emissioni di gas serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990 stralciando però qualsiasi dato riferito all’agricoltura. Il possibile sforzo di riduzione del 30% rispetto al 2015 richiesto al settore agricolo è invece stato cancellato. L’agricoltura, si legge nel testo, “svolge un ruolo nella transizione green, contribuendo al contempo alla sovranità alimentare europea”.

Giorgia Meloni: “è una vittoria anche italiana”

“È una vittoria anche italiana l’annuncio della Commissione europea del ritiro della proposta legislativa sui pesticidi. Fin dal suo insediamento, infatti, il Governo italiano sta lavorando in Europa, con grande concretezza e buon senso, per tracciare una strada diversa da quella percorsa finora e coniugare produzione agricola, rispetto del lavoro e sostenibilità ambientale. Proseguiremo in questa direzione”, ha commentato così il Presidente Meloni la decisione dell’Ue sul green deal.