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Biagi si dimette dopo la mia interrogazione

E’ paradossale che il presidente della Regione Enrico Rossi sia venuto a conoscenza solo dalla mia interrogazione del fatto che Gianni Biagi, sotto processo per corruzione concussione e turbativa d’asta, era il responsabile dei rapporti tra Regione e tribunale di Firenze per il progetto Best Practices finanziato con oltre mezzo milione di fondi pubblici. In seguito alla mia interrogazione Rossi ha specificato: “Abbiamo incaricato il direttore generale dello sviluppo economico e delle competenze del sistema regionale Alessandro Cavalieri di chiedere conto della vicenda al dirigente Biagi, il quale ha scritto una lettera – lettera in cui si apprende da Rossi – in cui comunica la volontà di non occuparsi più dell’incarico di responsabile del contratto di Best Practices”. Quando è stato incaricato dalla Regione di seguire il progetto del rapporto con il tribunale, Biagi non soltanto era già indagato ma un giudice, il gip Rosario Lupo, aveva scritto nell’ordinanza di sequestro Castello che Biagi “fa dei doveri di fedeltà, imparzialità e onestà del pubblico ufficiale meno di un vuoto simulacro”. Da quando Biagi è al centro delle inchieste, la sua
carriera in Regione è volata: settori creati ad hoc, incarichi a scavalco, responsabilità crescenti compresa la gestione di oltre 70 milioni annui di fondi pubblici; fino al rapporto con il tribunale che lo sta giudicando. Molti di questi incarichi sono stati conferiti a Biagi dal dirigente d’area Ugo Caffaz, che era capogruppo del partito di maggioranza a Firenze mentre Biagi era assessore. Stesso partito del Presidente Rossi. In passato sono stati dati incarichi di studio a dirigenti per molto molto meno, anche solo a seguito di banali voci di corridoio. Le dimissioni dalla responsabilità del progetto con il tribunale seguite alla mia interrogazione e al polverone mediatico che ha generato non garantiscono i cittadini sulla trasparenza. Per questo adesso chiediamo che fino alla sentenza passata in giudicato a Biagi venga assegnato un incarico di solo studio, togliendo dalle sue mani ogni responsabilità di gestione

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