Bologna, no dell’Università al corso per i militari

Meloni: “implica una messa in discussione del ruolo stesso delle Forze Armate, presidio fondamentale della difesa e della sicurezza della Repubblica”

Il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna ha risposto “no” alla richiesta del Generale Masiello di attivazione di un corso di laurea in Filosofia per i giovani militari. La motivazione? Il “rischio militarizzazione dell’ateneo”. Una vero e proprio affronto nei confronti delle Forze Armate. Negare la formazione a dei giovani perché ufficiali dell’esercito, con loro grande merito, è improponibile.

Meloni: “Atto incomprensibile e gravemente sbagliato”

“Ritengo che la decisione assunta dal Dipartimento di Filosofia dell’Università sia un atto incomprensibile e gravemente sbagliato. Non si tratta solo di una scelta inaccettabile, ma di un gesto lesivo dei doveri costituzionali che fondano l’autonomia dell’Università. L’Ateneo in quanto centro di pluralismo e confronto ha il dovere di accogliere e valorizzare ogni percorso di elevazione culturale. Restando totalmente estraneo a pregiudizi ideologici.

Questo rifiuto implica una messa in discussione del ruolo stesso delle Forze Armate, presidio fondamentale della difesa e della sicurezza della Repubblica, come previsto dalla Costituzione. Arricchire la formazione degli ufficiali con competenze umanistiche è un fattore strategico che qualifica ulteriormente il servizio che essi rendono allo Stato.

È proprio in questa prospettiva di difesa e di impegno strategico, spesso in contesti internazionali complessi, che la preparazione non può essere solo tecnica. Avere personale formato anche in discipline umanistiche garantisce quella profondità di analisi, di visione e di pensiero laterale essenziale per affrontare le sfide che alle Forze Armate sono affidate. Una preparazione completa è garanzia di professionalità per l’intera Nazione.

Condanno fermamente ogni tentativo di isolare, delegittimare o frapporre barriere ideologiche a un dialogo istituzionale così fondamentale per l’interesse nazionale”, così il Presidente Meloni è intervenuta in relazione alla decisione dell’Università di Bologna.

Il corso per i giovani militari

Il Generale Carmine Masiello aveva chiesto al Dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna di avviare un corso di laurea per 10-15 giovani ufficiali dell’esercito. L’obiettivo del progetto era quello di “offrire nuove prospettive culturali e superare gli stereotipi”, promuovendo il pensiero laterale per arricchire la formazione dei giovani militari.

Ma per l’Università di Bologna questo non andava bene. Infatti, proprio Masiello ha affermato: “Ho chiesto all’Università di Bologna di avviare un corso di laurea. Non hanno voluto per timore di militarizzare la facoltà: è una cosa che mi ha molto deluso”. Ha poi proseguito parlando del fatto come “sintomatico dei tempi in cui viviamo” e concludendo: “La nostra opinione pubblica e soprattutto i giovani devono capire quale è il ruolo delle forze armate”.

Il no dell’Università: “rischio militarizzazione”

Il motivo del “no” dell’Università all’attivazione del corso per i giovani ufficiali dell’esercito sarebbe quello di un “rischio militarizzazione”. Si tratta dell’ennesimo affronto alle nostre Forze Armate che ogni giorno mettono a rischio la propria vita per difendere l’Italia e tutti i cittadini.

Il corso per gli ufficiali si farà

Nonostante il rifiuto dell’Ateneo di Bologna il corso di laurea in Filosofia per gli ufficiali dell’Accademia Militare di Modena si farà. A confermarlo il Ministro per l’Università Annamaria Bernini: “A chi pensava di tenervi fuori dall’Università abbiamo risposto con un gruppo interforze di atenei: una rete che garantirà una formazione di qualità, continua e mirata, grazie alla collaborazione di tutte le università dell’Emilia-Romagna.

Investire nella formazione di questi allievi significa investire nel Paese. Renderlo più sicuro, più forte, più libero. La cultura è un ponte. La Difesa è un presidio.Insieme possono diventare un motore di crescita civile, democratica, nazionale. Perché non c’è libertà senza sicurezza, e non c’è sicurezza senza una Difesa preparata, formata e capace di leggere la complessità del nostro tempo”.