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Careggi, accertate le irregolarità: bambini cambiavano genere senza visita psichiatrica

Gli esiti dell’ispezione del Ministero della Salute sono chiari: a Careggi veniva somministrato a bambini di 11 anni il farmaco per il cambio di genere senza alcuna assistenza psicoterapeutica e psichiatrica

Il Ministero della Salute aveva inviato alcuni ispettori ed esperti all’ospedale Careggi di Firenze per l’avvio di un confronto con i clinici del nosocomio in merito ai percorsi relativi al trattamento dei bambini con disforia di genere e all’uso del farmaco triptorelina (si tratta di un farmaco che ha lo scopo di fermare gli sviluppi fisici e fisiologici nell’adolescenza). Era emerso, infatti, che il farmaco sarebbe stato somministrato a bambini di 11 anni senza alcuna assistenza psicoterapeutica e psichiatrica. Adesso sono arrivati gli esiti dell’ispezione del Ministero che confermano l’assenza di uno psichiatra: un fatto gravissimo. Adesso si accertino tutte le responsabilità.

Niente psicoterapia prima dell’uso del farmaco che blocca la pubertà

Niente psicoterapia prima dell’uso del farmaco che blocca la pubertà: è quanto era già emerso in seguito ai primi esiti dell’ispezione del Ministero della Salute presso l’Ospedale di Firenze di Careggi (clicca qui per approfondire). Adesso, però, è stato purtroppo accertato che le nostre preoccupazioni riguardo il centro di Careggi per la disforia di genere dei minori fossero vere. La situazione è di una gravità inaudita: violare le procedure previste dagli organi preposti per il trattamento della disforia di genere dei minori, è intollerabile. Adesso dovranno essere accertate le responsabilità di chi ha permesso che questo avvenisse.

Infatti, gli ispettori ministeriali hanno rivelato che non sempre è stato garantito il supporto psicologico ai minori sottoposti al trattamento con triptorelina, così come previsto dalla determina Aifa del 2019; criticità in merito alla presenza del neuropsichiatra infantile; la mancata trasmissione all’agenzia del farmaco dei dati di monitoraggio clinico. Quindi a Careggi non c’è stata l’adeguata e prescritta assistenza di psicoterapeuti specializzati per l’infanzia in occasione del ricorso alla triptorelina per bloccare la pubertà nei casi presunti di Disforia di genere.

Petrucci: “Serve serietà quando è in gioco la salute dei bambini”

“Lo avevamo detto fin dall’inizio che l’attività del Centro per la Disforia di genere di Careggi fosse fuori dalle regole, trattandosi di una evidente campagna ideologica portata avanti da alcuni sulle vite di tanti bambini. Ci sono responsabilità enormi che andranno accertate. Ho denunciato sin dall’inizio il fatto che a Careggi non ci siano neuropsichiatri infantili, che sono le figure professionali che hanno le competenze specifiche per occuparsi di una questione delicata come la Disforia di genere.

Di fronte agli elementi emersi dalla risposta all’interrogazione parlamentare, Giani e Bezzini hanno pensato solo a difendersi, non hanno detto una sola parola sulle misure che dovranno intraprendere nel centro per tutelare la salute dei giovani seguiti a Careggi. Serve serietà quando è in gioco la salute dei bambini che non hanno sufficienti strumenti di difesa. Domani chiederò al presidente della commissione sanità del Consiglio regionale Sostegni di convocare una seduta straordinaria in cui l’assessore Bezzini dovrà riferire della relazione sul Centro inviata dal ministero e delle azioni che dovranno essere intraprese.

Chiederò con apposito atto, che l’attività del centro sia sospesa fin quando non avremo la certezza che siano rispettate tutte le procedure prescritte da Aifa per trattare i minori con presunta Disforia di genere con il farmaco triptorelina”, ha affermato il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Diego Petrucci.

Adesso si accertino le responsabilità

“È condivisibile oltre che necessario il percorso avviato dalla commissione ispettiva del ministero della Salute sulla gestione della presa in carico dei pazienti in età evolutiva con Disforia di genere all’ospedale Careggi di Firenze. Ritengo che si tratti di un tema molto delicato che non può essere trattato in maniera superficiale o ideologica: non è possibile avviare minori ad alcun percorso (di transizione) senza una adeguata indagine psicologica che indaghi le possibili cause del disagio presentato, e ne accerti le comorbilità.

Le criticità e le evidenze scientifiche emerse dagli studi più recenti hanno riacceso il dibattito internazionale sull’approccio affermativo e in particolare sull’uso del cosiddetto bloccante della pubertà, la triptorellina, al centro del l’indagine al Careggi: ci sono dubbi sull’efficacia, sulla sicurezza e sugli effetti avversi, che impattano pesantemente sui giovani, dalla densità ossea fino allo sviluppo cognitivo. In questo momento storico dovremmo chiederci come mai così tanti paesi stanno abbandonando questo modello e scegliendo un approccio restrittivo. Quando i pazienti trattati sono minori, con ridotta maturità decisionale e vulnerabili, i problemi etici diventano ancor più urgenti”. Lo dice il deputato di Fratelli d’Italia Maddalena Morgante, responsabile nazionale del partito del dipartimento Famiglia e valori non negoziabili.