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Caso Peep Grosseto: chiamato il Difensore Civico in aula

Il Difensore civico è davvero un organo super partes, che deve tutelare e garantire i diritti dei cittadini, oppure può cambiare opinione dietro una semplice sollecitazione di esponenti di una parte politica? Ed è usuale che prenda parte a conferenze stampa politiche contro l’opposizione politica e i cittadini che ne avevano chiesto l’ intervento? Per rispondere a queste domande ho chiesto la convocazione urgente in aula del Difensore civico regionale Lucia Franchini.
Sono rimasto piuttosto basito dalla sbandierata presenza della Franchini ad una conferenza stampa tenuta a Grosseto da parte dei vertici del comune per ribattere alle legittime osservazioni mosse dalle locali opposizioni, Fabrizio Rossi di Fratelli d’Italia per primo.
La vicenda è nota. Il comune di Grosseto ha deliberato l’aumento, nella misura di tre volte, del riscatto del diritto di superficie per le abitazioni nelle aree PEEP, scatenando la reazione di molte centinaia di cittadini che si sono rivolti al Difensore civico per vedere salvaguardato il proprio diritto all’applicazione meno onerosa possibile del corrispettivo da versare.
Nel parere inviato dalla Franchini al sindaco di Grosseto, di fatto, viene smentito l’operato del comune stesso, cosa che, evidentemente, non dev’essere piaciuta al vicesindaco ed all’assessore alla casa, che hanno chiamato a partecipare alla conferenza stampa anche la Franchini.Quest’ultima, tuttavia, nel tentativo di spiegare le proprie motivazioni, quando in merito aveva già redatto un parere ufficiale, ha finito per dare come una sorta di interpretazione autentica, confermando le precedenti osservazioni in cui sconfessava pesantemente il comune.
Senza entrare nel merito delle questioni tecniche, che troveranno adeguato spazio in successive iniziative, quello che oggi mi preme stigmatizzare è l’inopportunità dei comportamenti tenuti dal vicesindaco e dall’assessore alla casa del comune di Grosseto e dal Difensore civico regionale: non mi sembra un bel modo di interpretare il proprio ruolo di figura terza, garante dei diritti dei cittadini, nei confronti delle istituzioni.