I Verdi in Puglia sperimentano il riciclo… delle alleanze: prima si costituiscono parte civile chiedendo all’ex governatore un ingente risarcimento e poi lo candidano. Cosa non si fa per un pugno di voti
Prima i Verdi di Angelo Bonelli si sono costituiti parte civile al processo per l’ex Ilva chiedendo una condanna penale ed un risarcimento di 400mila euro nei confronti di Nichi Vendola e degli altri imputati, poi decidono di candidare l’ex governatore alle elezioni in Puglia definendolo: “un patrimonio politico e culturale”. Il cortocircuito all’interno della sinistra è ormai evidente e sotto gli occhi di tutti. Per qualche voto in più sono disposti a fare accordi impossibili e candidare chiunque. Anche chi, come Vendola, aveva definito Bonelli “un avvoltoio che diffama e fa terrorismo psicologico”.
In tribunale Bonelli contro Vendola
Al centro della paradossale vicenda il maxi processo “Ambiente svenduto” sul presunto disastro ambientale e sanitario generato dall’ex Ilva durante la gestione Riva. Processo ripartito da zero dopo l’annullamento del settembre 2024 delle sentenze di primo grado, che avevano visto la condanna di 26 imputati, tra cui l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola (per lui 3 anni e mezzo per concussione aggravata in concorso).
Nel nuovo processo Nichi Vendola è ancora imputato per concussione per le presunte pressioni sull’ex dg di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, mentre Angelo Bonelli insieme al suo partito Europa Verde, si è costituito parte civile contro Vendola. La richiesta di Bonelli, presentata per conto del partito nella primavera scorsa, è una condanna penale nei confronti di Vendola e degli altri imputati e un risarcimento per i danni subiti di ben 400mila euro.
Bonelli candida Vendola in Puglia
Prima Angelo Bonelli si costituisce parte civile contro Nichi Vendola, chiedendone la condanna penale ed un risarcimento consistente ritenendolo, quindi, colpevole, ma poi decide bene di candidarlo all’interno delle liste di Alleanza Verdi e Sinistra in Puglia.
Gli attacchi reciproci
Quando arrivò la condanna nel processo di Taranto poi cancellata, i due si scontrarono, con Vendola che affermò che quel processo fu la “carneficina del diritto”, mentre quest’ultimo ribatté dichiarando: “Quello che dice Vendola lo trovo inaccettabile, soprattutto se detto da chi dovrebbe accettare una sentenza, difendersi, ma non alterare la verità. Vendola attacca la giuria del processo dichiarando di essere tra gli agnelli sacrificali, ma a Taranto sono stati i bambini ad essere gli agnelli sacrificali. Sentire che l’ex presidente della regione Puglia definisce la giustizia ‘malata’ e che accusa i giudici di aver commesso un delitto è un grave atto di delegittimazione della magistratura”.
Ma non solo. Vendola parlò poi di Bonelli come di un “avvoltoio” che “diffama e fa terrorismo psicologico”. Un botta e risposta continuo e a toni altissimi terminato, a quanto pare, soltanto per le elezioni regionali in Puglia, dove Bonelli ha addirittura elogiato il nuovo candidato del suo partito, definito “un patrimonio politico e culturale per la Puglia e per il Paese”. Peccato che qualche mese fa non erano della stessa opinione. Insomma, il cortocircuito della sinistra – come dimostra ad esempio la strana coppia De Luca-Fico in Campania – continua a farsi più evidente tra candidature improponibili, alleanze di comodo e tra candidati avversari in tribunale ma amici in cabina elettorale.
