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Dossieraggio, Meloni: “Metodi da regime”

Adesso è necessario andare fino in fondo: capire per quali interessi sia stato fatto dossieraggio nei confronti di esponenti del centrodestra e conoscere i nomi e cognomi dei mandanti

Sul caso del dossieraggio, nel quale sono stati effettuati circa 800 accessi abusivi a banche dati riservate per reperire informazioni per attaccare principalmente membri del centrodestra, è intervenuto il Presidente Meloni, definendo giustamente quelle attività come metodi da regime. Nei giorni scorsi, sono stati auditi in Commissione antimafia il Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e il Procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone che hanno fatto importanti rivelazioni sul caso.

Metodi da regimi, adesso capire chi sono i mandanti

Quella del Dossieraggio è “una questione molto brutta ma molto semplice da spiegare: alcuni funzionari dello Stato accedono a banche dati con dati sensibili, che dovrebbero essere usate per combattere la mafia, per passare informazioni sensibili su politici non amici ad alcuni giornali, particolarmente al giornale di De Benedetti, tessera numero uno del Pd, e ho letto anche al responsabile comunicazione del Pd per lanciare campagne di fango.

Sono metodi che si usano nei regimi, è una cosa gravissima, penso più ampi di quanto stiamo vedendo. Dobbiamo sapere per quali interessi sia fatto. Si deve andare fino in fondo, serve di capire chi sono i mandanti, conoscerne nome e cognome. Sorprende che qualcuno difenda quanto è accaduto trincerandosi dietro la libertà di stampa” lo ha detto il Presidente Meloni in relazione all’inchiesta di Perugia.

Ecco il video dell’intervista completa di Giorgia Meloni a Dritto e Rovescio su Rete 4: