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Favole gender in asilo a Massa: sospendere qualsiasi finanziamento al progetto Liber* Tutt*

Le favole gender all’asilo sono una inaccettabile violenza sui bambini.
La Regione fermi i finanziamenti di questa pessima iniziativa nelle scuole di Massa.
Questa mattina ho presentato a riguardo una mozione in Consiglio Regionale.

Ciascuno può avere le inclinazioni sessuali che vuole, ma giù le mani dai nostri bambini. Lasciateli crescere in pace con le favole in cui il cavaliere combatte per salvare la principessa e per arrivare a quel dolcissimo- vissero felici e contenti-. La Regione non può finanziare gli inquinatori dei sogni dei nostri bambini.
Con la scusa di combattere le ‘discriminazioni di genere’ in realtà si promuove, in bambini anche piccolissimi, un atteggiamento discriminatorio nei confronti della famiglia tradizionale, si offendono uomini e donne eterosessuali nonché si umiliano le donne che scelgono di occuparsi della famiglia e della casa.

Queste iniziative rischiano di gettare discredito nei confronti dei genitori e di creare confusione e insicurezza nei bambini.

A Seguire il testo della mozione.

Firenze, 28 ottobre 2015
                                                                           Alla C. a del Presidente del Consiglio

Mozione

(Ai sensi dell’art. 175 del regolamento interno)

Oggetto: FAVOLE GENDER NELLE SCUOLE MASSA CARRARA

Il consiglio regionale

Premesso che:

– la Fondazione Toscana Spettacolo ha proposto per il secondo anno “nel territorio della Provincia di Massa Carrara un progetto rivolto a tutti gli abitanti interessati, a partire dagli allievi delle scuole di ogni ordine e grado sul valore delle differenze”;

– al progetto, dal titolo Liber* Tutt* , approvato e finanziato con 78 mila euro dalla Regione Toscana, hanno partecipato 35 scuole del territorio, 1100 alunni nel 2014, e altrettanti per l’anno scolastico in corso;

– le iniziative sarebbero articolate in cicli di incontri, rivolti a bambini dai 5 ai 18 anni sul tema degli stereotipi dell’immaginario collettivo legati alla differenza di genere;

– nella descrizione dell’ iniziativa ROSACELESTE Educare alla parità dalla scuola al teatro si legge: “Premessa Educazione sessista – stereotipi di genere nei libri delle elementari è il titolo del libro/indagine che la ricercatrice Irene Biemmi, ha condotto su un campione di dieci libri di lettura della classe IV elementare di alcune delle maggiori case editrici italiane. Ne risulta l’urgenza di liberare le nuove generazioni da un immaginario che inizia a stare stretto sia ai maschi che alle femmine: Da dove partiamo: lettura analitica delle narrazioni. ‘Le donne amano i vestiti, sono gentili, pazienti, generose, proteggono le altre persone, lavorano molto ma sono povere, vivono spesso in modo triste. Le bambine giocano con le bambole o con piccoli animali, si spaventano facilmente e vengono severamente punite per gli errori commessi.
Gli uomini sono indipendenti, fieri, simpatici, amano le automobili e dispongono di molto denaro, i ragazzi sono intraprendenti, avventurosi, praticano sport, e non sono puniti per le loro infrazioni, che a volte appaiono anzi come episodi di audacia. Si nota in particolare che l’immagine dell’uomo è decisamente sopravalutata rispetto a quella della donna. Le caratteristiche più enfatizzate del maschio adulto sono: la calma (contrapposta all’isteria femminile), la capacità di mantenere il controllo (mentre le donne piangono), di prendere decisioni (piuttosto che accettare quelle degli altri)’. Risulta una rappresentazione discriminante e anacronistica dei due sessi: la scuola non riesce a recepire i cambiamenti avvenuti nel mondo femminile ma anche in quello maschile negli ultimi decenni, e tende a replicare un immaginario già superato nella realtà.
Ad aggravare la questione c’è poi il fatto che i/le docenti, in una percentuale significativa, non sono consapevoli della discriminazione subdola che passa sui banchi di scuola e tendono a trasmettere saperi sessisti in maniera spesso inconsapevole e acritica. Obiettivo Disarticolare questa rappresentazione discriminante e anacronistica per evitare che i bambini crescano bruti e irosi e le bambine angosciate e mortificate”.

Considerato che:

– con la scusa di combattere le ‘discriminazioni di genere’ in realtà si promuove, in bambini anche piccolissimi, un atteggiamento discriminatorio nei confronti della famiglia tradizionale, si offendono uomini e donne eterosessuali nonché si umiliano le donne che scelgono di occuparsi della famiglia e della casa;

– tali iniziative rischiano di gettare discredito nei confronti dei genitori e di creare confusione e insicurezza nei bambini.

Evidenziata:

– la necessità di non sottrarre ai bambini il fascino di favole con principesse e cavalieri.

Rilevato che:

– alcuni genitori non erano a conoscenza del suddetto progetto e non avevano firmato nessuna richiesta formale di consenso all’adesione.

Impegna la Giunta Regionale:

– a sospendere qualsiasi finanziamento al progetto Liber* Tutt* e a chiedere ai promotori di interrompere qualsivoglia iniziativa in merito.