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Giudice Consiglio di Stato fu consulente del Ministero: Vito Poli va rimosso

Vito Poli presidente della IV Sezione del Consiglio di Stato

Interrogazione di Fratelli d’Italia: dubbi sulla terzietà di Vito Poli, lavorò per la Difesa

Nel Consiglio di Stato c’è un uomo che è stato consulente del Ministero della Difesa: Vito Poli non può ricoprire il ruolo di giudice del massimo organi della giustizia amministrativa. Per di più come Presidente della Quarta Sezione, incarico che sta ricoprendo.

Il conflitto di Vito Poli è evidente, come sottolinea un comunicato congiunto di 17 sigle, promosso dal segretario del Nuovo Sindacato Carabinieri, Massimiliano Zetti.

L’interrogazione al governo

Per questo ho preso l’iniziativa e Fratelli d’Italia ha presentato un’interrogazione alla Camera per chiederne la rimozione sottoscritta anche dai colleghi Davide Galantino, Salvatore Deidda, Mauro Rotelli, Maria Cristina Caretta, Monica Ciaburro, Paolo Trancassini, Lucrezia Mantovani.

Nell’interrogazione si chiede al governo se non si ritenga avviare le opportune verifiche sui fatti. A nostro giudizio si dovrebbe intervenire per eliminare queste incompatibilità rimuovendo i diretti interessati dagli incarichi nella giustizia.

I precedenti

La stessa questione era stata posta nel 2009, sempre su Vito Poli nella risposta all’interrogazione 4-03267 del 15 giugno 2009. Allora a Vito Poli era stato conferito un incarico di natura tecnico-scientifica dal Ministero della difesa, una volta che aveva cessato di far parte della IV Sezione del Consiglio di Stato. Proprio quella deputata a trattare le controversie del Ministero della Difesa.

Ora ci riprovano. Lo stesso magistrato è stato nuovamente assegnato alla IV Sezione, come presidente. Vito Poli ha ricevuto in passato numerosi incarichi professionali dal Ministero della Difesa, tra i quali quello, remunerato, di redigere il nuovo Codice dell’Ordinamento Militare oggi in vigore.

La doppia veste per Vito Poli di consulente retribuito del Ministero della Difesa e giudice dello stesso dicastero suscita legittime perplessità su un possibile conflitto di interessi.

Vito Poli consiglio di Stato

Il tema del conferimento di incarichi extraistituzionali da parte delle pubbliche amministrazioni ai magistrati dei Tribunali amministrativi regionali e del Consiglio di Stato, chiamati a giudicare le controversie tra il cittadino e la Pubblica Amministrazione, è quanto mai attuale.

A nostro giudizio giudici, come nel caso di Vito Poli, che hanno ricoperto incarichi, per di più retribuiti, per la pubblica amministrazione, non possono giudicare con la necessaria terzietà. E siamo preoccupati per l’indipendenza e l’autonomia della funzione giurisdizionale, requisiti fondamentali e qualificanti della stessa funzione, come sancito dagli artt. 111 e 104 della Costituzione.