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Inchieste e fallimenti: lo Stato caccia la cricca renziana dall’acquisto del teatro di Firenze

Il crac di Banca Etruria, con il coinvolgimento l’ultimo presidente Lorenzo Rosi (a processo insieme al padre di Maria Elena Boschi) e i procedimenti nei confronti di Luigi Dagostino e Ilaria Niccolai, in affari con Tiziano Renzi per la realizzazione degli outlet, hanno fatto saltare e ritardato di oltre due anni e mezzo la riqualificazione dell’ex teatro comunale di Firenze.

Il coinvolgimento di questi personaggi nella società che aveva preliminarmente acquisito l’immobile nel 2015, la Corso Italia Srl, ha costretto la Cassa Depositi e Prestiti a rinunciare, proprio alla luce delle inchieste nelle quali sono stati coinvolti.

L’immagine della città di Firenze è stata così lesa dal giro d’affari cupo che abbiamo sempre denunciato, un fatto che adesso viene confermato nero su bianco da una risposta del governo ad una mia specifica richiesta.

Int Comunale1
Int Comunale2

Dopo anni di immobilismo e dubbi sulla destinazione dell’area l’ex teatro è stato acquistato, tramite un fondo immobiliare, dal gruppo Hines: dalle informazioni che abbiamo avuto da Cdp l’ha acquistato per realizzarci alloggi per studenti.

Il patrimonio di Firenze, anche a causa delle istituzioni locali che hanno di fatto avallato queste operazioni, è stato in questo modo svilito e prestato ad interessi che nulla avevano a che fare con quello della collettività.

Abbiamo chiesto conto al governo, fra le altre cose, anche del ruolo di Riccardo Maestrelli, l’uomo che ha concesso a Matteo Renzi un prestito per la realizzazione della sua villa a Firenze, che nel 2015 fu nominato proprio dal governo Renzi in Cassa depositi e prestiti.

Nel 2016, inoltre, nella società Corso Italia hanno fatto ingresso anche i figli di Andrea Bacci, già finanziatore della fondazione Big Bang e da Matteo Renzi plurinominato nelle società fiorentine.

I cittadini, e oggi una volta di più, devono avere ben chiaro il modo spregiudicato in cui certi personaggi abbiano provato a sfruttare la loro posizione a proprio vantaggio e a danno della città di Firenze.