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«La sinistra quando perde le elezioni cerca una scorciatoia giudiziaria». La mia intervista a La Stampa

I Giudici, anche i più stimabili, non sono stati scelti dal popolo. Non possono fare scelte politiche

di Serena Riformato

Sulla sentenza della giudice di Catania, Giovanni Donzelli, deputato e responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia, ribadisce la linea tracciata da Giorgia Meloni: “non spetta ai singoli magistrati stravolgere le decisioni del governo”.

Non è problematico che una premier critichi così aspramente una giudice?

No, è invece inopportuno che un magistrato cerchi di fare delle scelte politiche al posto della politica.

Siamo di nuovo allo scontro fra politica e magistratura?

Non c’è nessuno scontro. Il governo – può piacere o non piacere – è rappresentativo di un Parlamento eletto dai cittadini. I giudici, anche i più stimabili, non sono stati scelti dal popolo, non sono chiamati a fare scelte politiche. Questo è un principio su cui si basa la democrazia.

Un altro principio democratico è la separazione dei poteri: l’esecutivo non dovrebbe interferire con il giudiziario.

È il magistrato che ha interferito con il potere del governo. Si noti: il giudice si è espresso persino sulla possibilità di pagare una cauzione di 5mila € per evitare il trattenimento. Ma nessuno dei quattro migranti aveva sollevato la questione. Il magistrato è andato ben oltre le sue competenze.

Il punto della sentenza è un altro: rinchiudere un richiedente asilo perché il paese da cui proviene è considerato sicuro viene giudicato in conflitto con la Carta e le norme Ue.

Per come l’ho letta io non è così. Le motivazioni fanno riferimento ad alcuni aspetti pratici usati come pretesti. Se sia o meno anticostituzionale è una valutazione che spetta alla Consulta, facciano ricorso.

La giudice Apostolico ha replicato: “non si trasformi in una questione giuridica in una vicenda personale”.

Non c’è una questione personale. Si può discutere all’infinito se il magistrato abbia fatto bene o male. Io noto questo: la sinistra da sempre perde le lezioni e poi cerca delle scorciatoie per vie giudiziarie.

Il “pezzo d’Italia” che vi “rema contro”?

La premier fa una constatazione che è davanti agli occhi di tutti. Il governo si sta impegnando a distinguere fra chi merita accoglienza e chi non vuole rispettare le Leggi. Vogliamo gestire i flussi e non subirli. In uno di questi casi stiamo persino parlando di un migrante che era già stato condannato per furto e poi espulso.

Le domande di asilo vanno comunque esaminate.

Certo, ma mentre si esamina la richiesta, se ci sono i presupposti per ritenere che il migrante possa essere un pericolo e far perdere le tracce, lo Stato deve poterlo controllare.

Altro fronte: l’economia. Mezza manovra in deficit, la riduzione del debito rimandata. Non vi preoccupa?

Stiamo facendo una manovra seria e responsabile. Per la prima volta sono state messe nero su bianco le conseguenze del Superbonus, un disastro: ci sono ancora 80 miliardi di euro da pagare.

Il Superbonus è stato sostenuto anche dal centrodestra.

Proprio perché nei Def precedenti questo debito non era stato scritto. Nascondevano la polvere sotto al tappeto. Noi invece siamo stati trasparenti.

Per il governo nel 2024 il Pil italiano crescerà dell’1,2% rispetto a quest’anno. Molti osservatori pensano stiate peccando di ottimismo.

L’Italia sta crescendo meglio di Francia e Germania. Lo dicono i dati. La disoccupazione è scesa al 7,3%. Nell’ultimo anno ci sono 523 mila occupati in più.

Secondo il segretario della Cgil Maurizio Landini i dati sull’occupazione sono spesso gonfiati da contratti brevi e precari.

Non è vero. I dati Istat confermano l’aumento dell’occupazione stabile. Landini dice una bugia, ma non mi stupisco visto che aveva annunciato già a luglio uno sciopero generale contro una manovra ancora da scrivere. Ormai è inserito nella corsa degli aspiranti leader dell’opposizione: fra Schlein e Conte, si è aggiunto Landini.

intervista la stampa 3 ottobre 2023