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«Sarà un Fisco amico di tutti». La mia intervista al Corriere della Sera

«Non faremo alcun condono. Avanti sull’anticorruzione anche senza abuso d’ufficio»

di Virginia Piccolillo

«Non ci sarà alcun condono». La pace fiscale consentirà a tutti di «fare il proprio dovere» ma in maniera «prevedibile»: con il concordato preventivo biennale «condividi prima quanto dovrai pagare per due anni: più semplice e non più vessatorio. Ma se fai il furbo, ti vengono presi direttamente i sodi. Non puoi sgarrare».

Ne è convinto Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione FdI che sull’abuso d’ufficio chiude alle modifiche alla cancellazione del reato. Malgrado i dubbi del Quirinale sul rischio disallineamento con la normativa europea. «Abbiamo la legge anticorruzione più all’avanguardia d’Europa, anche togliendo l’abuso d’ufficio restano altri strumenti normativi a tutela della Pa», dice.

È un «Fisco amico» di chi?

«Di tutti. Per la prima volta lo Stato non ti sommerge più di burocrazia ma concorda in base alle tue entrate quanto devi pagare».

Ci sarà il prelievo forzoso?

«Al contrario, con i saldi della Nadef faremo anche la riduzione delle aliquote da 4 a 3. Facendo pagare a milioni di italiani meno tasse».

Volete il reato universale di maternità surrogata.

«Difendiamo la dignità della donna, anche a tutela del proprio corpo. E la possibilità per un bambino di non vedersi sottratto, per legge, il diritto di avere un padre e una madre. Questo non limita la libertà di scelte sessuali, ma non ha più senso che in Italia sia vietato l’utero in affitto ma chi ha i soldi può, all’estero, sfruttare il corpo di una donna di un Paese povero. In questo modo noi riteniamo di tutelare anche i diritti dei bambini».

Andrà alle celebrazioni della strage di via d’Amelio?

«Sì. Ci sono sempre andato, fa parte del nostro Dna. Per noi di Azione Universitaria e Azione Giovani è sempre stato un appuntamento fisso. C’eravamo tutti, inclusa Giorgia».

Perché Meloni non verrà alla fiaccolata?

«Giorgia ha detto che non farà mancare la sua presenza a Palermo in ricordo di Paolo. Le modalità le sceglie in base al suo ruolo istituzionale».

Nordio vi ha mandato di traverso l’appuntamento?

«No. Combatte la mafia più di tutti quelli che commentano in questi giorni. La sua era una riflessione da giurista. I fatti parlano da soli. Si è discusso sul nulla. Nessuno, in questo governo, vuole smantellare le leggi antimafia. Anzi si lavora per stringerne le maglie».

Ma i dubbi in Forza Italia?

«In FI c’è Rita Dalla Chiesa. La vita sua e della a sua famiglia parlano da sole. E comunque questo governo è quello che ha fatto di più sulla lotta alla mafia. Il primo atto in assoluto è stata la legge sull’ergastolo ostativo che ci ha consentito di tenere in carcere i boss. Poi la difesa del 41 bis, sul carcere duro per i mafiosi. Ne vado orgoglioso».

La Procura di Firenze sulle stragi torna a puntare il dito verso Dell’Utri. È la damnatio memoriae di Berlusconi, come dice la figlia Marina?

«Sono certo che politicamente, storicamente e culturalmente sia impossibile collegare le stragi con la discesa in campo di Berlusconi».

Ne è sicuro?

«La teoria che Berlusconi avrebbe voluto le stragi per suscitare una reazione securitaria non ha senso. Berlusconi era “l’uomo con il sole in tasca”, ottimista, sorridente e liberale. E poi ha rafforzato tutte le leggi contro la mafia».

Nordio è rimasto solo? Lo ha difeso soltanto FI.

«No, il governo è unito. Lui è un patrimonio del centrodestra e della nazione».

È vero che avete ripristinato i vitalizi?

«Bufala di Conte. È stata la commissione, in prorogatio. FdI ha votato “no”. Il “sì” è passato grazie a un commissario eletto nel M5S».

Santanchè deve dimettersi?

«Non è dovuto, ha dato le spiegazioni al Senato. Se stessimo dietro l’opposizione ci dovremmo dimettere tutti».