13 arresti, oltre 1.900 identificazioni, sequestri di droga, armi, denaro per 741 milioni di euro, chiuse 266 società cartiere e bloccati 400 conti correnti: smantellato un sistema di frode fiscale da 3,4 miliardi di euro e 596 milioni di IVA evasa
Una vasta operazione contro la mafia cinese che ha coinvolto ben 24 province su tutto il territorio nazionale, coordinata dal Servizio centrale operativo per contrastare i fenomeni criminali connessi alla comunità cinese presente in Italia, con particolare riguardo ai delitti legati all’immigrazione clandestina, allo sfruttamento della prostituzione e del lavoro, alla contraffazione di prodotti, alla distribuzione di stupefacenti e alla detenzione abusiva di armi.
Operazione ad alto impatto contro mafia cinese
L’operazione ad “alto impatto”, con il supporto dei Reparti prevenzione crimine, ha visto coinvolte le Squadre mobili di Ancona, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Cosenza, Firenze, Forlì Cesena, Genova, Latina, Mantova, Milano, Padova, Parma, Perugia, Pistoia, Prato, Reggio Emilia, Roma, Siena, Treviso, Udine, Verona e Vicenza.
Tra le attività illecite dei gruppi criminali cinesi diffusi su tutto il territorio nazionale e attivi soprattutto in alcune regioni, a partire dalla Toscana, c’è anche l’hawala, ovvero l’esercizio abusivo e clandestino dell’attività bancaria in grado di consentire il trasferimento in nero di ingenti somme di denaro da un continente all’altro, sistema spesso utilizzato dalle organizzazioni criminali – anche diverse da quelle cinesi – come mezzo di pagamento nell’ambito dei traffici criminali (come quello degli stupefacenti o dei migranti) nonché per il riciclaggio di denaro.
Le attività operative sono state precedute da accurate indagini, svolte dalle Squadre mobili su impulso dello SCO, che hanno consentito di individuare le persone e i luoghi connessi allo svolgimento di attività illegali, con particolare riguardo alle attività produttive e agli esercizi commerciali gestiti da cinesi. Le investigazioni svolte nel corso degli anni dalla Polizia di Stato hanno evidenziato che in Italia operano diversi gruppi delinquenziali cinesi composti, di norma, da soggetti accomunati dalla provenienza dalla stessa zona/città della Repubblica popolare cinese.
Colpito il cuore economico e operativo di organizzazioni cinesi strutturate e violente
Ma non solo. La Guardia di Finanza, in un’altra operazione, ha sequestrato di 741 milioni di euro, disposto la chiusura di 266 società “cartiere” e il bloccato 400 conti correnti, così smantellando un sistema di frode fiscale da 3,4 miliardi di euro e 596 milioni di IVA evasa. Un meccanismo complesso, alimentato anche dalla complicità di consulenti, che operava tra Marche, Lombardia e Piemonte.
Due azioni coordinate che dimostrano come la mafia cinese non sia solo un fenomeno locale, ma una realtà criminale transnazionale capace di muovere miliardi e di infiltrarsi nel tessuto economico. La risposta dello Stato è stata netta: indagini di altissimo livello, professionalità e determinazione esemplari a tutela dei cittadini onesti e dell’economia sana del Paese.