Esposto su click day, Meloni: “Avevamo ragione”

Ben 10mila euro per regolarizzare un migrante: ecco come funzionava la rete criminale creata da 3 avvocati napoletani che coinvolgeva la Camorra

Aveva ragione il Presidente Meloni e bene ha fatto a denunciare le gravi irregolarità al Procuratore nazionale Antimafia riguardanti gli ingressi di immigrati che arrivano in Italia, per motivi di lavoro, attraverso il decreto flussi. Mentre certa stampa ci accusava di fare propaganda, la verità è venuta a galla: contratti di lavoro fittizi e soldi in cambio di accessi illegali.

Fino a 10mila euro per regolarizzare un migrante

Dall’inchiesta partita dopo la denuncia di Meloni sui click day sono emerse diverse gravi azioni criminali connesse con il traffico dei permessi di soggiorno. Oggi, arrivano nuove inquietanti conferme: ben 45 ordinanze di custodia cautelare, e sono stati sequestrati beni per un valore di oltre 2 milioni di euro. La frode è stata organizzata da tre avvocati napoletani a capo di tre Caf ed è coinvolta anche la Camorra. L’obiettivo era quello di lucrare sugli immigrati, principalmente provenienti dal Bangladesh.

Grazie al lavoro delle Forze dell’Ordine sono stati arrestati per estorsione aggrava dal metodo mafioso molti membri del clan Fabbrocino e sono emersi rapporti diretti e di condivisione con lo stesso clan.

Ecco come funzionava la truffa

I 3 avvocati sfruttavano le criticità della normativa per regolarizzare i migranti irregolari al costo di 10mila euro a persona. Dopo il pagamento procuravano al migrante la documentazione relativa alla disponibilità di assunzione da parte di imprenditori che, però, non esistevano ed in egual modo procuravano la documentazione relativa all’alloggio.

Successivamente sfruttavano le identità digitali, ovvero lo SPID, di altri associati per inoltrare le richieste di nulla osta. In questo modo sono riusciti ad inviare migliaia di richieste.

Continuiamo a combattere ogni forma di illegalità

Una rete criminale, vera e propria, che ha gestito gli ingressi nella nostra Nazione di persone che non ne avrebbero avuto diritto in cambio di ingenti somme di denaro. E la sinistra aveva addirittura criticato la, giusta, scelta del Presidente Meloni di denunciare i fatti alla Procura nazionale antimafia ed antiterrorismo.

Oggi la verità è venuta a galla. La sinistra chieda scusa per tutti gli ingiustificati attacchi fatti a Meloni. Noi non abbasseremo la guardia, continueremo a vigilare, a contrastare ogni forma di illegalità e a difendere la sicurezza dei nostri confini.

Meloni: “Avevamo il dovere di denunciare”

“Un anno fa, mentre molti gridavano allo scandalo e ci accusavano di fare propaganda, ho presentato un esposto alla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo per denunciare gravi irregolarità nel sistema del “click day” per i permessi di soggiorno. Da allora sono emerse diverse gravi azioni criminali connesse con il traffico dei permessi di soggiorno.

Oggi, secondo quanto riportato dalla stampa, arrivano ulteriori conferme inquietanti: identità digitali costruite a tavolino, assunzioni false, legami con i clan, soldi in cambio di accessi illegali nella nostra Nazione. Una rete organizzata e criminale, smascherata grazie al lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine. Avevamo ragione.

E avevamo il dovere di denunciare. Il governo continuerà a combattere ogni forma di illegalità legata all’immigrazione, perché l’Italia non è terra di conquista per i trafficanti di permessi e per chi vive di furbizie e scorciatoie. Avanti, senza paura”, ha dichiarato il Presidente Meloni.