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L’assistente di Occhionero condannato per mafia

Occhionero: chiesto il processo per mafia

16 anni e 8 mesi per Nicosia, assistente parlamentare della deputata renziana. Occhionero presentò interrogazione usata dalla mafia

Condannato per mafia, era l’assistente della deputata renziana di Italia Viva Giusy Occhionero. Per Antonello Nicosia una pena di 16 anni e 8 mesi dal gup di Palermo per associazione mafiosa e falso. In passato era stato un esponente dei Radicali Italiani.

Secondo l’accusa Nicosia avrebbe progettato estorsioni e omicidi insieme al boss di Sciacca Dimino, condannato a 20 anni. E si sarebbe introdotto nelle carceri per incontrare esponenti della mafia. Lo avrebbe fatto grazie al suo ruolo di assistente parlamentare della deputata molisana di Italia Viva Giusy Occhionero, che sarà processata separatamente.

Avevo denunciato personalmente alla Camera la vicenda della deputata renziana Occhionero e del suo assistente parlamentare accusato di mafia.

L’interrogazione presentata per conto della mafia

Ho chiesto di riferire su una interrogazione presentata dalla stessa Occhionero, il cui assistente era già stato arrestato per mafia. Interrogazione che è stata poi usata nei tribunali da uomini di fiducia di Messina Denaro per attaccare i giudici antimafia. Con Nicosia finì in manette Accursio Dimino, capomafia di Sciacca, anche lui condannato oggi.

Nicosia era noto per le sue battaglie in favore dei diritti dei detenuti. Le indagini lo hanno descritto come “pienamente inserito in Cosa nostra”. Parlava come un uomo d’onore, progettava insieme al capomafia, suo frequentatore abituale, danneggiamenti, estorsioni e omicidi.

E ha utilizzato il ruolo di collaboratore parlamentare di Giusy Occhionero, deputata di Leu, poi passata a Italia Viva. Lo ha fatto incontrando boss della mafia detenuti, dava loro consigli, si accertava che non si pentissero e riferiva all’esterno i loro messaggi.

Occhionero è sotto processo con l’accusa di falso in concorso con Nicosia, che è stato condannato, oltre che per mafia, anche per questo capo di imputazione. Ha fatto passare il Radicale, allora conosciuto solo telefonicamente, per suo assistente, consentendogli di entrare con lei nelle carceri senza autorizzazione.

Secondo quanto emerso in un secondo momento, dopo tre ispezioni in istituti di pena siciliani, i due avrebbero formalizzato il rapporto di collaborazione. Grazie al rapporto con la Occhionero, Nicosia ha incontrato boss detenuti al 41 bis come Filippo Guttadauro, cognato di Messina Denaro.