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Le montagne rosse di Elly Schlein

elly schlein pugno

Uno spaccato del passato della segretaria del Pd, dal talk show a casa di un capo dei collettivi ai domiciliari, al voto pro Maduro, a quello contro la Tav

No alla Tav, sì a chi si oppone agli sgomberi; pro Maduro, contro il libero mercato. Questo e molto altro è la nuova segretaria del Pd Elly Schlein. Dieci anni di attività politica vissuta intensamente, una carrellata di scelte ricordate in questo articolo di Alberto Giannoni su Il Giornale.  Scelte legittime, per carità, che disegnano un profilo di sinistra –  e fin lì non ci sarebbe da stupirsi – ma arricchito di sfumature di grillismo e comunanza con le lotte dei centri sociali. Ripercorriamone alcuni insieme, in ordine cronologico.

Accanto a chi si scontra con la Polizia

Solidarizzare con un leader dei centri sociali soggetti ai domiciliari a seguito di scontri con le forze dell’ordine. E solidarizzare a tal punto da partecipare a un talk show in diretta dai domiciliari. Anche questo è la nuova segretaria del Pd Elly Schlein. Correva l’anno 2015 e l’allora deputata europea si schierò apertamente a fianco di Gianmarco De Pieri, capo del centro sociale bolognese TPO, prima destinatario di un divieto di dimora per aver ostacolato uno sgombero e poi messo ai domiciliari per esser stato protagonista di un corteo contro la presenza del presidente della Banca d’Italia a Bologna finito, come spesso accade, con devastazioni e attacchi alla Polizia. Condotte da cui prendere le distanze? Al contrario: la Schlein non solo partecipò a un evento di protesta contro il provvedimento cautelare (a cui prese parte, in barba al divieto, lo stesso De Pieri), ma andò pure a casa sua, mentre era ai domiciliari, per un confronto in diretta web.

Amica dei No Tav

La tratta ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione è forse nota più per le proteste che ha sollevato negli anni che per la sua importanza strategica. Proteste violente, con alla regia i soliti centri sociali, che Fratelli d’Italia ha sempre condannato, così come ha sempre ritenuto quell’opera un’occasione di sviluppo per il paese. Ma cosa c’entra Elly Schlein con la Torino-Lione? C’entra perché nel dicembre 2018 da parlamentare europea la neosegretaria del Pd votò a favore di un emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle per togliere quella tratta dalle reti di trasporto trans-europee e di conseguenza dai finanziamenti della UE. In pratica il tentativo di stoppare definitivamente un’opera già segnata da ritardi. Emendamento grillino che riscosse pochi consensi, tra cui, per l’appunto, quello della Schlein in versione No-Tav.

Il voto su Maduro e la democrazia in Venezuela

Il Venezuela vive da quasi 25 anni sotto il giogo di un regime antidemocratico di ispirazione marxista e castrista, guidato prima da Hugo Chavez e, dal 2013, dal suo delfino Nicolàs Maduro.  Regime che, oltre che limitare le libertà, ha ridotto una nazione potenzialmente ricca in un paese in cui il 94% della popolazione vive in povertà e il 77% soffre la fame. Nel gennaio 2019, a pochi mesi da elezioni presidenziali farsa, gli oppositori di Maduro tentarono il tutto per tutto, facendo proclamare dal parlamento un nuovo presidente ad interim: Juan Guaidó. Da un lato un dittatore (qui un articolo de Il Foglio che descrive puntualmente il regime), dall’altro un deputato eletto nel rispetto della Costituzione. Naturale schierarsi dalla parte del secondo. Naturale ma non per tutti. Quando il Parlamento europeo si ritrovò a discutere una mozione che riconosceva la legittimità di Guaidó a capo del Venezuela molti – FdI in in testa – votarono a favore, qualcuno si astenne, e qualcuno disse addirittura No. Quel qualcuno era Elly Schlein. Evidentemente aver collaborato alle campagne presidenziali di Barack Obama, che nel corso dei suoi mandati ha più volte condannato Maduro, non ha lasciato un gran segno.