A Tolve, un comune in provincia di Potenza, il Sindaco ha mal pensato di rimuovere una targa che intitolava un parco pubblico a Sergio Ramelli.
Dopo le vibranti proteste locali e nazionali ha replicato sulla stampa di oggi che un luogo pubblico deve essere intestato “A persone e fatti assolutamente equidistanti.”
Penso che la motivazione sia, se possibile, ancora peggio della scelta della rimozione.
Rimuovere le targhe, abbattere le statue e rinominare i luoghi sono le classiche azioni violente di chi dopo una rivoluzione vuole con sopraffazione cancellare la storia.
La storia d’Italia è come tutte le storie una storia complessa, fatta di pulsioni e ricomposizioni. Sergio Ramelli aveva delle idee forti e ben precise che a qualcuno non piacciono oggi. A qualcuno le sue idee non piacevano nemmeno nel 1975 e infatti qualcuno lo ha ammazzato per quelle idee senza che lui avesse mai fatto male a nessuno.Motivare la rimozione della targa, con il fatto che le idee di Sergio non erano equidistanti è segno di ignoranza e mala fede. Evidente che Ramelli non era gradito a chi lo ha ucciso e quindi non era equidistante.
A Tolve, come in tutta Italia, ci sono vie intitolate a uomini della storia d’Italia che certamente non erano unanimemente apprezzati.
De Gasperi non era certamente equidistante tra DC e PCI, Garibaldi non era considerato un eroe dai briganti lucani della restistenza del 1861, Masaniello non era equidistante tra Francia e Spagna, Umberto I non era nelle grazie di Turati che finì in galera e Sandro Pertini non fu amato dagli esuli istriano dalmati quando baciò la bandiera della Jugoslavia al funerale di Tito. Non credo che il Sindaco di Tolve abbia intenzione per questo di smantellare le principali vie del comune. Nessuno ha mai pensato di rinominare le vie intitolati a questi uomini perchè tutti insieme, nel bene e nel male, rappresentano la storia d’Italia a Tolve come a Milano. Rimuovere la targa dedicata a Sergio Ramelli perchè qualcuno potrebbe non condividere le idee che aveva e che hanno causato la sua morte è un gesto violento e ignorante della storia della nostra Italia.



