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SPARO’ A BANDITI IN FUGA, ASSOLTO CARABINIERE

pistola genereica
A un posto di blocco nel
Fiorentino, cinque anni fa, sparò un colpo di pistola e ferì un
bandito
albanese in fuga dopo una rapina in casa. Per questo
il capitano dei carabinieri Giuseppe Pontillo era finito a processo,
con l’accusa di lesioni personali aggravate. Ieri il verdetto della
Corte d’Appello di Firenze: il carabiniere è stato pienamente
assolto
, perché il fatto non costituisce reato.

Era il 29 ottobre 2014. A Capraia e Limite, vicino a
Empoli, i carabinieri sono sulle tracce di una banda di malviventi
responsabili di rapine e furti d’appartamento in tutta Italia
e
hanno organizzato un posto di blocco.
All’improvviso sopraggiunge a forte velocità una Peugeot.
Il
capitano Pontillo, allora comandante della compagnia di Empoli, si
mette in strada per rallentare la corsa dell’auto che al suo “alt”
accelera per travolgerlo e fuggire
. Il
carabiniere esplode due colpi con la pistola d’ordinanza per
fermare l’auto
. Uno colpisce uno dei banditi a una spalla. L’auto in fuga sbanda e finisce contro una gazzella dell’Arma.
Due banditi albanesi da tempo ricercati, sono subito
bloccati. Un terzo fugge nei campi. Andranno agli arresti
domiciliari, da cui evaderanno dopo qualche mese
.
Uno di loro, poco
tempo dopo viene preso nel bresciano, dopo un ennesimo colpo, ma
riesce ancora una volta a fuggire dopo aver ferito alla testa un
poliziotto con un cacciavite
. Di fatto i tre malviventi intercettati
a Capraia e Limite nel 2014 sono ancora in libertà.
Nel processo di primo grado del febbraio 2018 il capitano
Pontillo, adesso comandante della Compagnia Firenze, era stato
accusato di lesioni volontarie dalla procura di Firenze che aveva
chiesto una condanna a 1 anno e 8 mesi. Il giudice aveva però
riclassificato l’accusa in “eccesso colposo nell’uso legittimo
delle armi”, decidendo il non luogo a procedere nei confronti del
carabiniere, in assenza di querela presentata dal bandito ferito.
Nel processo d’Appello invece è stato lo stesso sostituto
procuratore generale a richiedere l’assoluzione con formula piena
del militare. Richiesta accolta dalla Corte d’Appello.