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Tenta di sedare una rissa: carabiniere in borghese pestato e senza indennità

carabiniere rissa

15 giorni di prognosi per il 51enne carabiniere: ha fatto il suo dovere ma lo Stato non gli riconosce l’indennità per aver tentato di sedare la rissa

Un carabiniere ha cercato di sedare una rissa scoppiata in un bar di Milano. Ma è stato accerchiato da una decina di immigrati ed è stato pestato a sangue.

E’ successo ad un militare in borghese che quella sera stava trascorrendo una tranquilla serata di svago. Ma vedendo partire la rissa ha cercato di intervenire. Si è qualificato ma non è servito a nulla.

Il carabiniere, un maresciallo capo di 51 anni, si è salvato dalla rissa solo grazie alla sua grossa stazza. Ma ha passato la notte all’ospedale per le ferite subite al volto, alla testa e al torace. I medici gli hanno dato 15 giorni di prognosi.

Però quando è arrivata la busta paga, si è scoperto che, nonostante sia intervenuto come è suo dovere, non gli sono state accreditati i soldi per l’intervento.

Il fatto è accaduto nella notte del 21 giugno. L’amara sorpresa è arrivata con la busta paga del carabiniere. Eppure, intervenendo per sedare la rissa, ha rivestito le qualifiche imposte dalla legge di “Ufficiale di P.G. in servizio permanente“.

A sottolinearlo è lo stesso sindacato “Nsc”, che in una lettera inviata al comandante del terzo reggimento carabinieri Lombardia di Milano, ha chiesto il computo dell’indennità.

Interviene per rissa a Milano: carabiniere pestato

Il carabiniere avrebbe percepito circa 30 euro in più per essere intervenuto in quella rissa. Non certo una cifra significativa. Ma dal punto di vista formale il carabiniere ha lavorato come suo dovere, nonostante fosse fuori servizio. E dal punto di vista simbolico lo Stato deve riconoscerglielo.

Per adesso la situazione è in fase di stallo. Il Nuovo sindacato carabinieri fa sapere che continuerà a seguire la situazione. “Siamo stufi di ricevere pacche sulle spalle”, dicono. Anche perché ai doveri è giusto rispondere con altrettanti doveri. Noi stiamo sempre dalla parte delle forze dell’ordine.