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Tutte le bugie di Speranza. Dimissioni subito

Tutte le bugie del Ministro Speranza

Dall’inizio della pandemia Fratelli d’Italia ha denunciato le bugie del ministro della salute Roberto Speranza. Gli italiani meritano di sapere la verità sulle gravi lacune e omissioni che hanno caratterizzato la gestione dell’emergenza da coronavirus. 

Non possiamo dimenticare quello che l’emergenza sanitaria ha rappresentato, una sfida enorme per la nostra nazione e per il nostro sistema sanitario in particolare, che però Speranza ha dimostrato di non essere in grado di gestire.

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Speranza durante la mozione di sfiducia

La mozione di sfiducia

Lo scorso Aprile abbiamo formalizzato la mozione di sfiducia al ministro Speranza per chiedere le sue dimissioni, ma il Senato ha respinto il nostro atto. 

Denunciavamo come il ministro Speranza non avesse adottato le più essenziali misure di sicurezza e prevenzione dopo  la dichiarazione di emergenza internazionale di sanità pubblica emessa dall’Organizzazione mondiale della sanità. 

In primo luogo, Speranza ha dimostrato l’impreparazione dell’Italia ad affrontare una pandemia sanitaria, proprio a causa della mancanza di un Piano pandemico, come prescritto dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Inoltre il ministro è responsabile del mancato aggiornamento del Piano pandemico italiano dalla sua prima stesura nel 2006, nonostante nel 2013 sia stata assunta la decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio che prescriveva l’aggiornamento costante del Piano da parte dei singoli Stati ribadendone la fondamentale importanza.

I verbali che volevano teneri segreti

Poi grazie al lavoro del nostro parlamentare Galeazzo Bignami, che per primo ha denunciato, abbiamo avuto la prova di come in quei giorni Speranza e Conte abbiano dimostrato tutta la loro inadeguatezza.

Lo dimostrano i verbali di quelle riunioni che sono rimasti segreti fino a quando, grazie al ricorso di Galeazzo al Tar, sono state svelate tutte le falle della gestione Speranza.

Le date

Il 23 gennaio 2020 la più grande preoccupazione di Speranza e co. è quella di «informare i cittadini circa la non pericolosità di giocattoli e vestiti “made in China” e sollecitare l’Oms perché confermi che lo stesso valga per gli animali»

Viene individuata l’opportunità di creare accessi differenziati per gli eventuali malati di Coronavirus in tutti i pronto soccorso del Paese. Come sappiamo, andrà purtroppo tutto diversamente. 

Il 31 gennaio si verificano poi i primi due casi di Covid in Italia, con i due turisti cinesi ricoverati a Roma. Per l’allora premier Giuseppe Conte «non c’è alcun motivo di preoccuparsi», questo perché «siamo prontissimi».

Solo in quel momento Speranza s’interroga sulla necessità di trovare un modo per sottoporre a test le persone che arrivano dall’Asia facendo scalo all’estero.

Il 2 febbraio è il momento dell’ottimismo tanto che il ministero della Salute comunica che «le misure di contenimento stanno portando a risultati».

Solo il 7 febbraio arriverà la psicosi cinese con l’invito ad andare nei ristoranti cinesi e campagne social come “abbraccia un cinese”.

Anche Speranza annuncia che «il governo continuerà a promuovere iniziative di sostegno umanitario e di solidarietà nei confronti del popolo cinese»Il ministro dà anche l’indicazione di «garantire una comunicazione volta a rassicurare la popolazione dopo i messaggi allarmistici comparsi sui TG».

Il 13 febbraio Speranza affermava, «i mass media stanno creando allarmismo» e «solo utilizzando fonti attendibili si possono evitare fake news»

Il 21 febbraio è il giorno del “Paziente Uno” di Codogno, ma il Coronavirus circolava da mesi in Cina come in Italia.

Poi sappiamo com’è andata.

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La sede dell’Oms

Le pressioni sull’Oms

Speranza però durante la discussione sulla mozione di sfiducia mentì al Parlamento, come ha dimostrato ancora una volta Galeazzo Bignami. 

Il ministro spiegò in aula che “le scelte relative al ritiro del dossier Zambon furono autonome, dell’Oms”, e di non aver mai interferito sulla mancata divulgazione del documento redatto da Francesco Zambon sulle gravi carenze dell’Italia all’inizio della pandemia. 

Però come dimostrano alcune chat intercorse tra Brusaferro e Speranza, il ministro è intervenuto direttamente  sui vertici OMS riguardo al documento redatto da Zambon, condizionandone l’operato.

Le chat tra Speranza e Brusaferro

Report infatti ha pubblicato alcune chat di Speranza e Brusaferro che mostrerebbero come il dicastero avrebbe tentato di “far morire” il rapporto facendo pressioni sull’Oms. 

In Parlamento, Speranza disse che la scelta di ritirarlo fu presa in autonomia da Ginevra. Posizione che, stando a Domani, avrebbe ribadito di fronte ai magistrati.

Gli sms però sembrano dire il contrario, o almeno che l’Italia si mosse per evitare che venisse ripubblicato: “Sto guardando il report dell’Oms. Con Kluge (direttore Oms Europa, ndr) sarò durissimo. Danni enormi non mi pare ne faccia. Forse solo sui decessi”, scrive il 14 maggio il ministro a Brusaferro. Più tardi aggiunge: “[Kluge] mi ha chiamato. Si è scusato. Ho ribadito che al momento non facevo commenti sui contenuti ma sul metodo. Ha confermato che lo ha ritirato e che si propone di discuterlo con noi. Credo faranno un’indagine interna sulle responsabilità”

Poche ore dopo, in una mail, Kluge stesso riferirà a Zambon l’irritazione del ministro “molto infastidito” da quanto successo.

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L’inchiesta del quotidiano Domani

Le bugie ai Pm di Bergamo

E proprio su questo tema il ministro Speranza avrebbe mentito anche ai pm di Bergamo. «Il ministro Speranza non ha raccontato cose veritiere, anche questo dovremo valutare» spiega a Domani procuratore capo di Bergamo, Antonio Chiappani, commentando le dichiarazioni rilasciate dal ministro durante la sua audizione davanti ai magistrati.

Le indagini si chiuderanno tra qualche settimana. Speranza deve dimettersi subito.