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“Niente slogan, parla il mio lavoro. La sinistra usa la Sardegna come una cavia”. L’intervista di Paolo Truzzu al Secolo d’Italia

“I sondaggi si fanno nelle urne. Mi attaccano ogni giorno, ma io vado avanti per la mia strada”

Di Gloria Sabatini

Che clima si respira in questi ultimissimi giorni di campagna elettorale?

«Direi molto positivo, la gente vuole soprattutto essere ascoltata, ed è quello che stiamo facendo, visitando le comunità, dialogando con il territorio. Credo di aver percorso 10mila chilometri in 20 giorni visitando oltre 120 comunità. Serve concretezza, non proclami».

Lei è refrattario agli slogan

«Il nostro motto elettorale è “Solo Sardegna”. Niente slogan e promesse di cose fantasmagoriche perché nessuno ha la bacchetta magica. La mia priorità è la difesa degli interessi della Sardegna, quindi lavorare sodo, realismo, concretezza. Sono per la politica del fare, i cittadini sono stanchi delle astrazioni, come dimostra il crescente astensionismo».

Si prevedono numeri molto alti?

«Siamo al 50 per cento, un segnale non certo positivo. Sono convinto che la fiducia si conquisti con la serietà e con una chiara visione del futuro, mettendoci la faccia»

Che cosa porta in dote da sindaco in questa nuova avventura?

«Vede, molto spesso ho riscontrato che gli operatori, le categorie, i sindacati e gli amministratori lamentano scarsa capacità di decisioni. Non è il mio caso: sono un sindaco che ha lavorato tanto per la città e che non si è mai tirato indietro. Per questo mi accusano di essere troppo decisionista. Ora in Sardegna ci sono dieci miliardi da spendere, è una straordinaria opportunità per i cittadini. È molto importante coinvolgere i portatori di interessi in un confronto costante e continuo. Ho l’ambizione di andare oltre la maggioranza per scrivere un grande piano della Sardegna per i prossimi 30 anni, anche con coloro che non ci votano».

Lei punta a conquistare consensi anche nell’elettorato avversario? La sinistra è in formato campo largo, poi c’è il terzo polo

«Più che di terzo polo parlerei di una seconda sinistra, che ha puntato su un ex governatore del Pd, già bocciato una prima volta. La sinistra sta utilizzando la Sardegna come una cavia, come un esperimento da laboratorio. Io mi rivolgo a tutti, a chi non sopporta le costrizioni dei partiti. Non sono un candidato imposto da fuori,. Sono una persona normale, una persona per bene, che ha dimostrato di saper governare».

La accusano di aver esagerato con i cantieri nella sua Cagliari…

«I cantieri sono una straordinaria opportunità di occupazione, uno strumento per rimettere in moto l’economia. Abbiamo attivato 300milioni che significano 2000 buste paga in più. I cantieri sono un progetto a lungo termine per rendere più accogliente, più vivibile la città, anche come polo di attrazione turistica. Come per le case che vanno rinnovate, non si vorrebbe mai ristrutturarle perché comporta dei disagi ma poi il risultato ripaga del prezzo. Generalmente i politici sono accusati di essere inconcludenti, per me essere accusato di aver preso troppe decisioni, qualcuna forse impopolare, è una medaglia».

Un progetto a cui tiene più di tutti?

«La realizzazione dell’Einstein Telescope, una grande opera (per lo studio delle onde gravitazionali ndr) da 950 milioni che rappresenta un’autentica miniera per la Sardegna su cui costruire lo sviluppo futuro. L’isola potrebbe diventare un polo mondiale della ricerca».

Come vanno i sondaggi?

«I sondaggi si fanno il giorno delle elezioni, al di là di quello che scrive Dagospia. La percezione di essere in vantaggio mi viene dall’atteggiamento dei miei avversari, molto impegnati nell’attaccarmi ogni giorno. Io non lo faccio e vado avanti per la mia strada. Forse è un segnale. Vedremo».

Schlein e Conte stanno puntando molto sulla Sardegna. Torneranno per la chiusura della campagna elettorale?

«Conte ha piantato le tende per tre giorni con risultati non proprio positivi. La Todde ha annunciato che è meglio chiudere senza i big, più che una scelta credo che sia il tentativo di coprire una mancata presenza per problemi interni».

Lei invece domani potrà contare sulla presenza della premier Meloni e dei leader del centrodestra

«Si tratta di un segnale molto positivo. È la prima volta nella storia della Sardegna che si punta a un’espressione del territorio, non qualcuno imposto da Roma. La presenza della premier e degli altri massimi esponenti della coalizione dimostra che c’è molta attenzione per l’isola. Che è la base per un lavoro successivo che andrà affrontato con il governo nazionale».

Clicca qui per approfondire le proposte di Paolo Truzzu per la Sardegna.