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Patto per la terza età: arriva la svolta

Sale a 1380 euro l’assegno di accompagnamento: una promessa mantenuta per coloro che rappresentano la storia della Nazione

Lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto. Lo dovevamo a tutti i nostri anziani: a coloro che rappresentano la storia di questa Nazione. Il Patto per la terza età, che aspettava una riforma da più di 20 anni, finalmente vede la svolta grazie al lavoro del governo Meloni.

Meloni: “dopo 20 anni diamo risposte a 14 milioni di anziani”

“Come promesso abbiamo approvato un decreto legislativo attuativo del Patto per la Terza Età: è una riforma di cui andiamo orgogliosi e che l’Italia aspettava da più di 20 anni, solo una tappa di un percorso che andrà avanti per tutta la Legislatura. Con più di 1 miliardo di euro in due anni e l’avvio della sperimentazione di una prestazione universale che consentirà di aumentare di oltre il 200% l’assegno di accompagnamento degli anziani più fragili e bisognosi, diamo finalmente risposte concrete ai bisogni dei nostri oltre 14 milioni di anziani, ai non autosufficienti e alle loro famiglie.

Il Governo ha lavorato fin dal suo insediamento a una riforma strutturale delle politiche in favore della terza età consapevoli che gli anziani rappresentano la storia di questa Nazione. Ringrazio tutti i Ministeri per il lavoro corale che è stato fatto e che ci consente di varare una nuova governance nazionale delle politiche per le persone anziane”, ecco come ha commentato il Presidente Meloni l’approvazione in Consiglio dei Ministri della riforma sul patto per la terza età.

Ecco le nuove misure: dalla prevenzione della fragilità all’attenzione alla salute

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone e del Ministro della salute Orazio Schillaci, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che introduce disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane. Il testo introduce misure specifiche per prevenirne la fragilità delle persone anziane, per favorirne la salute e per l’invecchiamento attivo. Si promuovono, inoltre, strumenti di sanità preventiva e di telemedicina presso il domicilio delle persone anziane e si introducono misure volte a contrastarne l’isolamento e la deprivazione relazionale e affettiva, a favore del mantenimento delle capacità fisiche, intellettive e sociali, quali, a titolo esemplificativo, misure volte a favorire il turismo lento o l’impiego in organizzazioni di volontariato e di formazione.

Si sostiene il ricorso a nuove forme di domiciliarità e di coabitazione solidale domiciliare per le persone anziane e di coabitazione intergenerazionale; si introducono, infine, misure in materia di promozione della mobilità degli anziani in ambito dei servizi di trasporto pubblico locale, con l’istituzione di un apposito fondo, e disposizioni in materia di alfabetizzazione informatica e di facilitazione digitale.

Nell’ambito dei punti unici di accesso (PUA), è assicurata alle persone anziane la possibilità di ottenere una valutazione multidimensionale per l’erogazione dell’orientamento e del sostegno informativo destinati a favorire il pieno accesso agli interventi e ai servizi sanitari, sociali e sociosanitari. In materia di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti, si provvede a riordinare, semplificare, coordinare e rendere più efficaci una serie di interventi integrati di tipo sanitario e socioassistenziale, aggiuntivi rispetto alle prestazioni già fornite dal Servizio sanitario nazionale.

La svolta sull’assegno di accompagnamento: sale a 1380 euro

Dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, in via sperimentale e nel limite di spesa massimo pari a 300 milioni annui, si introduce una prestazione universale (PU) composta da una quota fissa monetaria e da una quota integrativa definita “assegno di assistenza”, finalizzata all’acquisto di servizi, per promuovere il progressivo potenziamento delle prestazioni assistenziali per il sostegno alle persone anziane non autosufficienti e destinata a sostituire progressivamente l’indennità di accompagnamento.

Nello specifico, i requisiti richiesti per ottenere detta prestazione, erogata dall’INPS, sono i seguenti: – un’età anagrafica di almeno 80 anni; – un livello di bisogno assistenziale gravissimo, definito dall’INPS, sulla base di determinati indicatori; – un valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria, in corso di validità, non superiore a euro 6.000.

La componente relativa alla quota fissa monetaria corrisponde alla medesima quota stabilita attualmente per l’indennità di accompagnamento (527,16 euro mensili); la quota integrativa è pari a 850 euro mensili ed è finalizzata a remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza.