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Caos piano pandemico: inchiesta per epidemia colposa

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I pm indagano: migliaia di morti potevano essere evitati. Le rivelazioni shock sul piano pandemico in un servizio di Dritto e Rovescio

“A me nessuno aveva mai detto come si può smontare un ospedale non-covid e farlo diventare un ospedale covid”. Lo ha detto Luca Lorini, direttore del Dipartimento di emergenza, urgenza e area critica dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Le parole sul piano pandemico sono andate in onda giovedì 8 aprile su Retequattro a “Dritto e Rovescio”.

La procura di Bergamo ha aperto un’inchiesta per epidemia colposa sull’applicazione del piano pandemico nazionale. Si indaga sui decessi per coronavirus e agli atti dell’indagine c’è un documento mostrato in esclusiva a “Dritto e rovescio”.

Fra gli indagati nell’inchiesta sul piano pandemico, secondo quanto appreso, c’è anche Ranieri Guerra. E’ direttore vicario dell’Oms ed ex direttore generale della Prevenzione al Ministero della Salute, che fu ascoltato in Procura di Bergamo sui fatti il 5 novembre 2020. Risulta ora indagato per false informazioni rese ai pm.

E’ il rapporto sulla preparazione ad affrontare una pandemia influenzale che il Ministero della Salute invia, nel 2017, alla Commissione europea. Si tratta del piano pandemico che, solo dopo l’arrivo della pandemia da Sars-Cov-2, si scoprì non essere stato aggiornato per 14 anni. Fatti puntualmente denunciati da Fratelli d’Italia.

Le rivelazioni shock a Dritto e Rovescio

In quel documento il ministero della Salute spiegava alla Commissione europea che medici e infermieri avrebbero avuto tutti i dispositivi di protezione necessari. Era davvero così? “Avete centinaia di mascherine. Quante ne aveva lei a fine febbraio, inizio marzo?”, chiede il giornalista al medico. Che risponde: “Arrivavamo a ogni due giorni dovevamo procurarci le mascherine per i due giorni a seguire”.

Il Ministero comunica poi alla Commissione Ue di aver adottato il Regolamento sanitario internazionale anche sull’isolamento dei pazienti infetti negli ospedali. “Questo era il mio letto e questa è la postazione accanto dove tra l’altro poi si è riempita di malati covid. Di fatto non c’era nessuna protezione”, racconta invece Federico Perelli. Rimase contagiato in ospedale a Bergamo mentre era ricoverato per un intervento chirurgico, mostrando la foto della sua camera di ospedale. Il suo letto si mostra distante appena un metro da quello dove si alternavano pazienti covid.

“Questi documenti dimostrano che vi è una grande responsabilità per violazione di legge da parte delle istituzioni. Noi chiediamo un risarcimento del danno intorno ai duecento milioni di euro, forse qualcosa di più”, dice l’avvocato Consuelo Locati. E’ legale di oltre cinquecento familiari di vittime del Covid-19 che hanno intentato una causa civile al tribunale di Roma.