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Piombino: licenziato perché assente dal lavoro. La sinistra protesta: è un sindaco del Pd

Hanno scatenato un putiferio, un polverone, solo perché è del Pd. Siccome fa il sindaco, secondo loro, dovrebbe aver diritto al posto di lavoro. A prescindere che si presenti al suo posto che gli aveva affidato il Comune di Piombino.

Giacomo Termine era in prova e si è presentato al lavoro solo otto volte in quattro mesi. Così l’amministrazione comunale di Piombino, guidata dal sindaco Francesco Ferrari di Fratelli d’Italia, non gli ha rinnovato il contratto come sarebbe accaduto a qualsiasi normale cittadino.

Così l’intellighenzia di sinistra, abituata alla “grazia ricevuta”, si è scatenata contro un atto normale che evidentemente è per loro rivoluzionario: applicare la legge. E pretendono pure di avere ragione.

Essere del Pd non può essere un motivo valido per non andare a lavoro. Forse qualcuno finora era abituato così grazie ad amici che glielo consentivano. Il Pd è dunque favorevole all’assenteismo?

Le regole devono essere rispettate da tutti: dai cittadini comuni agli amministratori, passando per i sindacalisti. E anzi i politici devono essere i primi a dare il buon esempio.

Sulla vicenda si è espresso, difendendo il sindaco del Pd, anche il candidato alla carica di governatore per il centrosinistra, Eugenio Giani, il quale evidentemente ha in testa una Toscana in cui la gente comune non trova lavoro, mentre gli amici del Pd devono avere il posto garantito senza andarci.