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Premierato: primo sì del Senato. Vogliamo restituire la sovranità agli italiani

La Commissione Affari costituzionali del Senato della Repubblica ha approvato l’emendamento presentato dal Governo: garantiremo agli italiani di poter votare direttamente il Presidente del Consiglio dei Ministri

Un primo sì al Premierato è arrivato oggi dalla Commissione Affari costituzionali del Senato. L’emendamento proposto dal Governo ed approvato dalla Commissione prevede il limite di due mandati consecutivi della durata di 5 anni, con l’eccezione di un terzo nel caso in cui il Presidente del Consiglio non abbia ricoperto l’incarico per un periodo superiore ai sette anni e sei mesi nelle legislature precedenti, e interviene sui poteri del Presidente della Repubblica.

Ecco cosa ha approvato il Senato

Il testo dell’emendamento approvato prevede che sarà il Presidente della Repubblica a conferire l’incarico di formare il governo al Presidente del Consiglio eletto. Sarà, poi, il Presidente della Repubblica a nominare e revocare – su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri – i Ministri. Si prevede uno stop durante il cosiddetto semestre bianco, mentre resta il principio della rappresentatività: un premio su base nazionale per garantire una maggioranza dei seggi in Parlamento alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio.

La riforma sul Premierato (clicca qui per approfondire la riforma) è un passo necessario per l’adattamento delle Istituzioni alle attuali esigenze della Nazione: solo con un percorso legislativo più efficiente saremo in grado di rispondere rapidamente alle sfide del nostro tempo. L’obiettivo che vogliamo raggiungere con la riforma del Premierato è estremamente chiaro. Vogliamo dire basta ai giochi di palazzo: devono essere gli italiani a scegliere da chi essere governati. Per governare serve stabilità: basta con gli inciuci, basta con il trasformismo e basta con i governi tecnici.

Casellati: “Mi auguro che opposizioni siano consapevoli del lavoro che stiamo facendo”

“Da parte mia e da parte del governo c’è stata una volontà di venire incontro alle esigenze dell’opposizione, adesso nella discussione di questo testo e ieri per un anno nell’ascolto di tutte le opposizioni, dei vari costituzionalisti, dei sindacati e delle categorie economiche. Abbiamo rinunciato all’elezione diretta del presidente della Repubblica, che faceva parte del nostro programma, perché non gradito all’opposizione e abbiamo virato sul Premierato per cercare un punto di caduta. Mi auguro che nel proseguo dei lavori ci sia la consapevolezza da parte delle opposizioni di un dialogo che ho sempre tenuto e di un punto di caduta che è necessario trovare quando si discute una legge importante come la legge costituzionale. Ad oggi non ho avuto risposte, mi auguro che queste verranno il più presto possibile”. Così il ministro delle Riforme Elisabetta Casellati, prima della seduta della Commissione Affari costituzionali del Senato sul Premierato.

Foti: “Con la riforma del Premierato il governo fa il bene della Nazione”

“Con la riforma del Premierato il governo Meloni fa il bene della nostra Nazione garantendole stabilità, credibilità e una visione di futuro che l’avvicendarsi ravvicinato dei governi fino ad ora non ha consentito di avere. Il limite dei due mandati per il premier rappresenta un equilibrato compromesso tra la possibilità di dare continuità – e, quindi, garantire maggiore efficacia all’azione politica di chi governa – da un lato e, dall’altro, la necessità di evitare che ci sia una eccessiva personalizzazione del potere.

Dare stabilità significa consentire a chi governa il Paese di agire non in un’ottica di breve periodo, quindi volta principalmente a mantenere o accrescere il consenso elettorale, ma programmatica di lungo periodo. Significa, quindi, rendere più attrattivo per gli investitori internazionali e partner europei e mondiali scommettere sull’Italia senza pensare che i governi in Italia durino ‘quanto un gatto in autostrada’. Con determinazione il centrodestra compatto sta portando avanti quella che abbiamo sempre definito ‘la madre di tutte le riforme’ che ha tra i suoi obiettivi principali anche quello di rispettare le scelte degli elettori troppo spesso traditi da accordi di palazzo di una politica disposta a tutto pur di gestire il potere”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati Tommaso Foti.