Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.

Sorprese in arrivo ad Atreju 2023. La mia intervista al Corriere della Sera

«Non si stabilisce prima chi governa. Faremo crescere i conservatori»

Di Monica Guerzoni

«Atreju a Castel SantAngelo sarà una grande festa».

Schlein ha rifiutato l’invito e organizzato una contro kermesse con Prodi, Gentiloni e Letta. Le dispiace, Giovanni Donzelli? E vi consolerete con Marine Le Pen, come piacerebbe a Salvini, o con Ursula von der Leyen, per la gioia di Tajani?

«Non temiamo il confronto con nessuno. Alla 25ma edizione ci saranno ospiti di altissimo livello di ogni orientamento politico, culturale e artistico —risponde il responsabile Organizzazione di FdI —. Domani presenteremo il programma e non e detto che sveleremo tutti gli ospiti, qualcuno potrebbe arrivare a sorpresa».

Perché lo slogan è «bentornato orgoglio italiano»? I cittadini non erano orgogliosi quando c’era Draghi?

«Con Giorgia e tornato l’orgoglio di essere italiani anche nei confronti delle altre nazioni, ne è la prova la politica estera e anche quella interna. L’occupazione non è mai stata così alta da decenni».

Altri dati economici disegnano un’Italia in affanno.

«Non è semplice governare in questo momento, eppure l’Italia è a locomotiva d’Europa e il tasso di occupazione è al 61,8%. Quando abbiamo chiesto di rinegoziare il Pnrr la sinistra ci chiamava irresponsabili, invece dall’Europa hanno riconosciuto che il piano è molto migliorato e siamo tra le nazioni più avanti nell’ottenere i fondi».

Per l’Ufficio parlamentare di bilancio avete speso il 14,7% dei fondi assegnati. Non siete in grave ritardo?

«Siamo più avanti degli altri. Abbiamo una maggioranza solida e coesa e un orizzonte di legislatura. La stabilità è fondamentale per il rilancio dell’economia».

Salvini a Firenze ha portato una destra estrema e gridato «la Ue è occupata da abusivi». Certi slogan non rendono poco credibile la svolta moderata di Meloni?

«La coalizione è composta da partiti che sono in tre diverse famiglie Ue, ma il nostro auspicio è di creare un centrodestra che governi l’Unione, come governa l’Italia. Giorgia Meloni non ha fatto alcuna svolta moderata, l’unica svolta è nella sinistra che la raccontava come un’estremista irresponsabile, invece ha dimostrato che è molto più capace di chi la criticava».

Appoggerete Von Der Leyen per il bis? O dovrete assecondare Salvini, che sogna di far fuori la sinistra dall’Europa?

«Pensare di stabilire chi governerà prima del voto è mancanza di rispetto verso gli elettori. Noi proviamo a far crescere la famiglia dei conservatori di cui Giorgia è leader, per essere il perno della nuova maggioranza e far diventare ininfluenti le sinistre».

Potreste mai sostenere Draghi?

«Ho letto smentite da parte di Draghi, non ha senso che sia io a parlare al suo posto».

Quanta tensione c’è dietro i sorrisi di Meloni e Salvini e dietro i gelidi incontri tra Salvini e Tajani?

«In questa legislatura mai un parlamentare di centrodestra ha votato in dissenso. Se la sinistra si illude di tornare al governo con scorciatoie, senza il consenso degli italiani, va a sbattere contro un muro. FdI, Lega e FI non sono sovrapponibili, ma perfettamente compatibili».

Meloni si candiderà capolista ovunque?

«Ancora non abbiamo iniziato a lavorare alle liste, ora pensiamo agli italiani con l’approvazione della legge di bilancio».

In grande ritardo, tra Natale e Capodanno?

«L’approveremo il prima possibile, nei tempi necessari e utili all’Italia».

Non negherà pure la «rissa» tra Lega e FdI in Sardegna? La spunterà Salvini, che chiede la riconferma di Solinas, o Meloni che vuole un suo candidato?

«Stiamo scegliendo le soluzioni migliori in ogni regione. L’interesse non è piantare bandierine, ma continuare a governare con serenità i territori, come la nazione. Abbiamo confermato gli uscenti in Piemonte e Abruzzo e individueremo i migliori candidati per Sardegna, Basilicata e Umbria».

Condivide la retromarcia di Valditara su Concia?

«Paola Concia è una persona di altissima qualità, probabilmente non era il nome giusto per quel ruolo. E forse, come ha giustamente valutato lo stesso ministro, non era necessario prevedere un coordinamento dell’iniziativa, che comunque verrà svolta nelle scuole».

Condivide l’espressione del suo coinquilino Delmastro, «spezzare le reni» ai magistrati?

«Non so se abbia usato realmente questa frase».

Ha detto «spezzare le reni al correntismo».

«È necessario che nella magistratura prevalga il merito, rispetto agli interessi correntizi. Lo spettacolo della vicenda Palamara vorremmo non vederlo mai più».

È normale che 4 esponenti di FdI siano andati al cinema con le divise naziste?

«Assolutamente no, anche se l’esponente di FdI era uno e non era vestito da nazista. FdI dalla sua nascita è ancorata ai valori della democrazia e certi comportamenti poco intelligenti danneggiano chi li fa, oltre che il partito».