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Emergenza cinesi a Prato: Rossi brancola nel vuoto. Si applichino le leggi antimafia. Carcere duro per chi gestisce traffico di schiavi

Su Prato e l’emergenza cinese Rossi continua a brancolare nel vuoto, si applichino le legge anti mafia e se c’è bisogno intervenga l’esercito. La Giunta regionale ha deciso di rivedere il “progetto Prato” inserendo tra le priorità degli “alloggi temporanei per i cittadini cinesi trovati nei capannoni”. 
Rossi non capisce il problema e non potrebbe essere diversamente visto che solo qualche mese fa parlava entusiasta della risorsa economica dei capannoni cinesi a Prato e oggi spende soldi dei toscani per dargli un alloggio o propone di regalargli la cittadinanza. Occore il pugno duro, occorre applicare le leggi anti mafia perchè siamo di fronte ad un problema di criminalità organizzata. E’ necessaria la confisca dei beni, la protezione dei testimoni, il carcere duro per chi gestisce i capannoni e sfrutta queste persone. Servono norme contro il riciclaggio del denaro sporco e il riconoscimento dell’associazione a delinquere. Se necessario l’intervento dell’esercito a sostegno delle altre forze dell’ordine.
L’emergenza della contraffazione dei cinesi a Prato e non dimentichiamoci anche a Firenze è un fenomeno mafioso con tanto di omertà, ricatti, leggi e istituzioni parallele per controllare l’attività malavitosa ed economia sommersa con proventi da riciclare.
L’unica differenza, aggravante, è che invece di gestire droga, appalti o rifiuti gestiscono schiavi umani. Se vogliamo affrontare il problema Prato e Firenze dobbiamo riconoscerlo e seguire il fiume di denaro fino alle fonti, Rossi fino ad oggi non ha fatto niente se non spendere soldi dei toscani aiutando di fatto la logica della mafia cinese.