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Banca Etruria: i figli di Bacci nella compravendita del teatro di Firenze

La famiglia Bacci entra nella compravendita del teatro comunale di Firenze, acquistato tramite la Cassa depositi e prestiti dalla ‘Corso Italia Firenze’: nella società hanno fatto ingresso qualche giorno fa Laura Bacci e Tommaso Bacci, figli di Andrea amico d’infanzia di Renzi, plurinominato nelle partecipate fiorentine e primo finanziatore dell’attuale premier. 

Si tratta di un’operazione sempre più a scopo familistico e mirata a favorire gli interessi privati rispetto a quello pubblico: i familiari e finanziatori del Presidente del Consiglio fanno affari grazie al loro grande amico Matteo. E’ il tripudio della cricca. 
Un movimento societario che ha visto, lo scorso 10 febbraio, il passaggio del 6% delle quote dal socio di Tiziano Renzi nella ‘Party Srl’ Iacopo Focardi, tramite la sua ‘Societé Generale Focardi’, a Tommaso Bacci, oltre a quello avvenuto nella stessa data da ‘La Castelnuovese’, società finita nell’inchiesta della Procura di Arezzo su Banca Etruria e guidata a lungo dall’ultimo presidente dell’istituto di credito Lorenzo Rosi, a Laura Bacci, che ha preso il mano il 5% delle quote della società.

Dopo gli scandali emersi su Banca Etruria, inoltre, Lorenzo Rosi ha lasciato la carica di amministratore della società, presa in mano lo scorso 7 gennaio dalla socia di maggioranza della Corso Italia, Ilaria Niccolai, socia anch’essa nella Party Srl di Tiziano Renzi, papà del premier.
Siamo di fronte all’ennesimo episodio che intreccia Banca Etruria con gli affari del giro renziano. 
Ora gli uomini del Presidente del Consiglio utilizzano persino i figli per fare affari alle spalle dei risparmiatori truffati e dei cittadini di Firenze: in tutto questo giova ricordare che il prezzo che pagheranno gli amichetti del premier per il teatro comunale è di circa 23 milioni di euro, quando lo stesso Comune di Firenze guidato da Matteo Renzi lo valutò nel 2009 più del doppio, 46,9 milioni di euro. E il 20% del ‘Corso Italia’ è in mano alla ‘Uk Development and Investments Ltd’, società con sede nel paradiso fiscale del Regno Unito. 
Continueremo a svelare queste magagne, non accettiamo che le istituzioni e la ‘cosa pubblica’ vengano gestite per affari privati anziché nell’interesse degli italiani.