«La Toscana può cambiare, non è più una roccaforte». La mia intervista al Quotidiano Nazionale

La sinistra ha cercato di dare un voto nazionale alle Marche e non le ha portato bene. Mentre Ricci parlava di Palestina, i cittadini votavano per gli ospedali ad Ancona. Anche in Toscana chiediamo di votare per cambiare le cose

di Erika Pontini

«Basta alloggi popolari agli immigrati. Le case che recuperiamo possiamo darle alle Forze dell’Ordine che garantiscono la nostra sicurezza».

L’annuncio dell’apertura di due Cpr in Toscana ha infiammato la campagna elettorale. Adesso vuole togliere gli alloggi agli immigrati…

«Certo, e lo rivendico».

Il generale Vannacci va oltre: dice che servono barriere anti immigrati sul modello Ungheria.

«Guardi non l’ho sentito, ma ribadisco che servono in Toscana Cpr per spacciatori e stupratori. Non capisco le barricate alzate dalla sinistra che vorrebbe un’accoglienza a 4 stelle senza invece preoccuparsi dei cittadini che devono uscire di casa e hanno paura».

La sinistra rilancia con la polizia regionale, però…

«Ah sì, Giani l’ho sentito. Una polizia per le pericolisissime guide turistiche che terrorizzano i cittadini. La gente mi ci ferma per strada…».

Sempre ironico…

«Il problema è che Giani ha dimostrato di essere fuori dal sentimento dei cittadini».

La Toscana è un osso duro. Lei ha detto «non esistono più roccaforti per nessuno». Ne è convinto anche qui dove la sinistra governa dal 1970?

«Se non ne fossimo stati convinti non avremmo mai vinto a Siena, Piombino, Pistoia. Governiamo ovunque tranne che a Firenze e Livorno. Prato è commissariata. Siamo alla guida in 7 capoluoghi su 10 e abbiamo dimostrato che non sono incidenti di percorso perché siamo stati confermati. Lo scriva chiaramente: la Toscana può non essere più una roccaforte. E infatti sarà il presidente del Consiglio a chiudere la campagna elettorale a Firenze il 10 ottobre in una delle piazze più rappresentative».

Ecco, Prato. Un’inchiesta per corruzione ha fatto cadere il governo di sinistra, un’altra ha minato due esponenti di FdI in una vicenda di ricatti. Quanto peseranno le vicende giudiziarie?

«Tommaso Cocci, per quanto emerge, è chiaramente vittima, di chi lo scoprirà la magistratura. Fdl ha dimostrato che non è ricattabile e non ha niente da nascondere, perché siamo stati noi a presentarci in procura, non viceversa come accaduto al Pd».

Avete vinto nelle Marche che sembravano l’Ohio d’Italia. Possono avere un effetto positivo anche sulle altre competizioni?

«Ciascuna Regione vota per sé. La sinistra ha cercato di dare un voto nazionale alle Marche e non le ha portato bene. Mentre Ricci parlava di Palestina, i cittadini votavano per gli ospedali ad Ancona. Anche in Toscana chiediamo di votare per cambiare le cose, i consensi per il governo li chiederemo quando ci presenteremo alle Politiche fra un anno e mezzo. Il buongoverno dimostrato a Pistoia con Tomasi e a livello nazionale con Giorgia Meloni toglie alla sinistra il solito argomento: “attenzione che arrivano gli Unni”. Invece arrivano rispetto della legalità e attenzione alle famiglie».

Le manifestazioni pro Pal aiutano Giani o Tomasi?

«Sicuramente non aiutano il popolo palestinese. L’attacco alla polizia, inneggiare al 7 ottobre, bloccare le stazioni, offendere papa Wojtyla, non fa mangiare un solo bambino palestinese. Gli aiuti che il governo Meloni ha portato a Gaza e le cure ai feriti al Meyer invece aiutano. Siamo a un passo dalla pace, sciacallare sulla guerra per qualche voto è poco dignitoso».

Sulla sanità anche il vostro candidato Tomasi ha detto che ci sono molte eccellenze.

«Le cifre delle sanità sono drammatiche, per la Corte dei conti non sono sostenibili. Guardi le reazioni nervose del Pd dopo che in un video ho mostrato uno dei tanti monumenti allo sperpero di risorse pubbliche. Parlano di medicina diffusa sul territorio ma ancora non l’hanno fatta. Oggi se un cittadino ha un problema ordinario deve per forza bussare ai pronto soccorso e intasarli».

Avete una ricetta?

«Sicuramente non una sanità a misura della politica».

Si spieghi meglio.

«In Toscana ci sono 40 primari di unità operative che hanno al massimo tre medici. Diciannove sono primari di sé stessi e un primario ogni 4,8 posti letto».

E voi che fareste?

«Toglieremo alla politica la possibilità di scegliere i primari, faremo concorsi diretti. Cosi si premierà il merito e non la tessera di partito».