Abu Mazen ad Atreju: “Viva l’amicizia italo-palestinese”

Il Presidente dell’Autorità nazionale palestinese è stato presentato da Giorgia Meloni: “È una partecipazione a cui tengo particolarmente. Presenza che fa giustizia delle falsità che abbiamo sentito sul governo in questi anni”

Tra gli interventi della settima giornata di Atreju 2025 spicca quello di Abu Mazen, Presidente dell’Autorità nazionale palestinese. Ad introdurlo e presentarlo alla platea Giorgia Meloni. Una presenza importante che conferma ancora una volta il grande legame tra Italia e Palestina.

Meloni: “Partecipazione a cui tengo particolarmente”

“Ci ho tenuto a tornare su questo palco per presentare il prossimo ospite di questa ventisettesima edizione di Atrjeu. È una partecipazione a cui tengo particolarmente. La questione di cui ci occupiamo è stata una di quelle su cui ci siamo concentrati di più negli ultimi anni soprattutto come governo italiano. La questione mediorientale.

Sono molto contenta della persona che sto per presentare e del fatto che sia questa sera qui ad Atreju. Dimostra quanto l’Italia sia stata centrale e protagonista pur nella difficile crisi mediorentieale. Dimostra quanto possa ancora essere centrale e protagonista nel difficile percorso verso la pace, di stabilizzazione e di costruzione della prospettiva dei due Stati.

Ma la presenza di questo leader fa anche giustizia di tante falsità che abbiamo sentito sul governo italiano negli ultimi due anni. Vi prego di aiutarmi a far sentire tutto il benvenuto della platea di Atreju al Presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen”, così Giorgia Meloni ha introdotto l’intervento di Abu Mazen.

Ecco il discorso di Abu Mazen: “Viva l’amicizia italo-palestinese”

“Signora presidente del Consiglio Giorgia Meloni, signore e signori, alla leadership del partito Fratelli d’Italia, a tutto gli ospiti di questo importante evento porgo i miei saluti. Vorrei farei i miei complimento alla signora Meloni ed alla leadership del suo partito per l’organizzazione di questo splendido evento annuale che è un indice chiaro della dinamicità della vita politica italiana.

Apprezzo molto questa opportunità di essere qui presente che va a confermare quella che è la profondità delle relazioni di amicizia e di cooperazione che legano i nostri due Paesi ed i nostri due popoli. Relazioni basate sul rispetto reciproco.

Innanzitutto vorrei esprimere il mio grosso gradimento per la vostra postura che è sempre stata a sostegno della pace, del processo di pace tra i palestinesi e gli israeliani. Rinnovo nell’occasione il mio profondo ringraziamento all’Italia che ha sempre supportato i nostri sforzi nella costruzione delle istituzioni del nostro Paese.

Così come nell’addestramento della nostra polizia civile palestinese. Così come gli aiuti umanitari che sono stati offerti in grande quantità al nostro popolo. Così come le cure mediche che sono state riservate ai bambini. Così come la partecipazione dell’Italia nella forza europea che vigila sul valico di Rafah. Signore e signori il nostro indirizzo strategico è basato su una pace stabile e duratura che si fonda sulla soluzione due popoli e due stati in accordo con il diritto internazionale.

Crediamo che la Palestina possa ottenere quella che è la sua indipendenza sui territori definiti, appunto, nel 1967 con Gerusalemme est come capitale. Uno Stato che possa vivere accanto allo Stato di Israele in piena pace e rispetto reciproco. Questa è l’unica via per garantire la sicurezza e la stabilità permanente della nostra Regione.

I recenti eventi hanno dimostrato che l’assenza di uno Stato palestinese autonomo non rappresenta soltanto un ingiustizia storica, ma è anche uno dei motivi dell’instabilità di tutta la Regione mediorientale e di tutto il bacino del Mediterraneo. E ciò alimenta anche quello che è il circolo vizioso della violenza e dell’estremismo, ciò che poi influenza negativamente la sicurezza della regione europea ed italiana.

Noi ovviamente distinguiamo con molta chiarezza quello che è il diritto di ogni stato ad avere la propria sicurezza. È un diritto legittimo. E ciò che, invece, è la prosecuzione di un’occupazione e di politiche che impongono uno status quo con la forza. E questo non va ad alimentare una sicurezza permanente per nessuno.

Soprattutto lo Stato palestinese, quando sarà uno Stato a piena sovranità, riteniamo che non rappresenterà nessuna preoccupazione in termini securitari per nessuno. Anzi, sarà un elemento che andrà a rafforzare la stabilizzazione regionale e sarà anche un partner responsabile per il mantenimento della sicurezza e per la costruzione della pace.

Signore e signori sono qua presente oggi davanti a voi in qualità di rappresentante di un popolo che aspira a vivere nella propria Patria con libertà e con dignità. A vivere in uno Stato moderno che crede nella democrazia, che crede nella transizione pacifica del potere, che crede nel pluralismo e nell’uguaglianza e che rigetta la violenza così com’è l’Italia.

Noi confermiamo che vogliamo favorire un processo elettorale sia a livello parlamentare sia presidenziale nel tratto a venire subito dopo la fine della guerra. Noi vogliamo costruire quello che è il nostro Stato basato su pilastri solidi affinché possa essere un partner che si impegna nel rispetto dei patti a livello internazionale, così come negli standard internazionali, dove vi sia una legittimità politica, dove vi sia un programma nazionale nuovo e che miri a riformare le istituzioni finanziarie, amministrative, giudiziarie e d’istruzione nel nostro Paese.

Uno Stato in cui la legge e la trasparenza della stessa sia l’elemento su cui basarci. Vogliamo basarci sulla creazione di un unico Stato palestinese dove vige all’interno una sola legge, che le armi siano soltanto nelle mani delle legittime istituzioni. Quindi noi siamo determinati a portare avanti questa che è la nostra visione.

E come alcuni paesi nell’ultimo periodo hanno proceduto con il riconoscimento dello Stato palestinese. Oggi il numero di questi è arrivato a 160. Ciò è scaturito dalla loro convinzione che questa decisione è per loro un investimento positivo nel processo di pace e stabilità del futuro. E non è frutto di una propensione verso una controparte o un’altra.

Ciò che noi ci auspichiamo con fiducia è che l’Italia possa proseguire, grazie anche alla sua storia molto profonda ed al suo ruolo centrale ed alla sua responsabilità a livello internazionale, verso questo tracciato. E ciò andrebbe a contribuire, a rafforzare ancora di più il principio dei due stati ed andrebbe anche a rafforzare quelle che sono le fondamenta della pace nella regione ed a rafforzare anche la fiducia tra i popoli. E soprattutto andrebbe a rafforzare quello che è il concetto di uguaglianza e quello che è il ricorso alla forza.

Per tanto teniamo in grossa considerazione quella che è stata la postura dell’Italia anche a livello di popolazione che ha sempre espresso una grande solidarietà a livello umano soprattutto nei confronti delle sofferenze che la nostra gente ha vissuto nella striscia di Gaza e soprattutto per il sostegno forte e stabile che è stato dato al diritto del nostro popolo palestinese di ottenere quella che è la sua libertà e la sua autonomia.

Signore e signori quello che noi auspichiamo è di rafforzare sempre di più ed estendere sempre di più gli orizzonti della cooperazione italo palestinese. E soprattutto quello di incrementare gli scambi commerciali, gli investimenti, ciò andrebbe a rafforzare gli interessi comuni. Ed anche a rafforzare quella che è la stabilità della nostra regione e dell’arco mediterraneo che unisce tutti noi.

In conclusione rinnovo il mio ringraziamento al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a tutta la leadership del partito di Fratelli d’Italia per questo generoso invito. E confermo, ancora una volta, la mia disponibilità e la disponibilità dello Stato palestinese a lavorare con il governo italiano ed anche a cooperare con tutte le altre forze politiche italiane per una pace giusta e per rafforzare la sicurezza nella regione.

Viva l’amicizia italo palestinese. Buon Natale a tutti e grazie”, così Abu Mazen, Presidente dell’Autorità nazionale palestinese, ad Atreju 2025. .