«Campo largo litigioso. Il condono non sarà una misura elettorale». La mia intervista a Il Mattino

«Fico inadeguato, noi seri e compatti. Per il Mezzogiorno risposte concrete con la Zes e l’aumento dell’occupazione»

di Dario De Martino

Siamo agli ultimi giorni di campagna elettorale. Credete davvero nel ribaltone in Campania?

«Fratelli d’Italia è nata per ribaltare i pronostici. C’è stato un tempo in cui per trovare il nostro nome sulle pagine dei sondaggi bisognava arrivare alla terza pagina, tra i partiti “minori”. Allora nessuno immaginava che Giorgia Meloni arrivasse al governo e che poi il governo Meloni diventasse tra i più stabili e apprezzati in Europa. Abbiamo già dimostrato di saper ribaltare i pronostici. E lo faremo anche questa volta in Campania».

Veneto e Puglia sembrano partite più decise, in Campania il margine era più stretto. Una vittoria qui avrebbe anche un valore nazionale?

«Ogni regione ha la sua storia. Noi non chiediamo ai campani un voto per rafforzare il governo nazionale, ma per cambiare davvero la Regione. La nostra è una coalizione coesa, con una visione comune. Mi domando invece come potrebbe funzionare una giunta che mette insieme Fico, i centri sociali, i moderati del Pd, De Luca e gli amici di Renzi. Non deciderebbero nulla, se non come spartirsi qualche fetta di potere. Da una parte c’è l’autorevolezza, l’esperienza, la capacità dimostrata in tanti anni, dall’altra solo approssimazione».

Uno dei temi più discussi della campagna è stato il condono e la riapertura dei termini della sanatoria del 2003. Salvini ha annunciato una proposta diversa da quella di Fdl. Troverete un’intesa?

«Nessuno vuole nuovi condoni né sanare costruzioni in zone a rischio. Noi vogliamo permettere ai campani che hanno immobili in condizioni di sicurezza di accedere ai benefici del 2003 come hanno già potuto fare tutti gli italiani. Bassolino fece una forzatura che lasciò a metà strada tanti cittadini. A sinistra oggi si stracciano le vesti, ma il problema l’hanno creato loro e continuano a non dare soluzioni. Cosa vogliono fare, abbattere tutte le case? E quali sarebbero le loro alternative abitative?»

La proposta andrà avanti anche a prescindere dal risultato delle regionali?

«Certamente. Non è una misura elettorale: è una risposta a un’esigenza reale».

Cirielli ha promesso un bonus di cento euro per le pensioni minime. Il centrosinistra l’ha definita una proposta “da disperati”.

«Cirielli ha firmato un patto con i cittadini, con tre impegni concreti: dimezzamento delle liste d’attesa, aumento di cento euro alle pensioni minime e raggiungimento del 50% del tasso di occupazione. Ha anche detto che si dimetterà a metà mandato se non li realizzerà. Critiche ne sentiamo tante, ma di proposte dal centrosinistra neanche una. Parlano solo del reddito di cittadinanza: ma dove trovano le risorse, visto che costa molto di più ed è molto meno meritocratica della proposta per le pensioni? Noi non vogliamo dare una mancia per restare a casa: ai giovani vogliamo dare lavoro, ai pensionati un po’ più di dignità. E anche la proposta sulla sanità è fondamentale. Sulle liste d’attesa la situazione è drammatica, frutto della pessima gestione della sanità di De Luca. E abbinata all’approssimazione del M5S, il quadro può solo peggiorare».

Cirielli ha annunciato che, se eletto, darà la vicepresidenza a una donna e comporrà metà giunta al femminile.

«Solo un partito guidato da una Presidente del Consiglio donna può avere davvero la sensibilità per fare questa proposta. Fico non può fare lo stesso: deve già occuparsi di tenere insieme gli uomini della sua coalizione che litigano in continuazione, figuriamoci pensare a dare spazio alle donne».

Anche l’autonomia differenziata è entrata nel dibattito. Per il centrosinistra penalizzerebbe il Sud. È stato vantaggioso rilanciarla prima del voto?

«È la sinistra che vede tutto come un espediente elettorale perché è abituata a usare la politica così. Noi portiamo avanti ciò che abbiamo promesso ai cittadini con il programma di governo. Il Sud oggi è un traino economico del Paese: con la Zes unica e l’aumento dell’occupazione ci sono risultati concreti che liberano il Mezzogiorno dal clientelismo. Questi sono i risultati concreti che il governo Meloni ha portato nel meridione. Non c’è nulla da temere, c’è la garanzia dei Lep. E chi governa la Campania ha il dovere di assumersi responsabilità, non di dare sempre colpa ad altri».