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Con Navalny si è spenta la voce della ribellione al regime russo

L’oppositore russo ha pagato un prezzo inaccettabile per aver espresso le sue idee: il suo coraggio rappresenta azione politica basata sulla libertà

La morte di Aleksej Navalny durante la sua detenzione è un’altra triste pagina che ammonisce la comunità internazionale dopo Sacharov e Amini in Iran. Uomini che hanno speso la loro vita a denunciare la corruzione e gli atti criminali compiuti oltre le frontiere russe. Il suo coraggio deve rappresentare un punto cardinale su cui orientare l’azione politica basata sulla libertà.

Alexei Navalny, vedova di Aleksej: “Putin ha ucciso mio marito”

Alexei Navalny, vedova di Aleksej Navalny, in riferimento alla morte di suo marito ha detto: “Putin ha ucciso mio marito”. Secondo quanto da lei dichiarato, sarebbe stato avvelenato con il Novichok e le autorità russe avrebbero nascosto il corpo in attesa che spariscano le tracce dell’agente nervino dal cadavere.

Yulia Navalny in un video sui social, molto circostanziato, annuncia di voler proseguire “il lavoro di Aleksej. Continuerò a lottare per il nostro Paese. E ti invito a starmi accanto”. Nel video fornisce anche il nome delle persone coinvolte nella morte del marito, e le motivazioni del nuovo avvelenamento. Navalny era infatti stato avvelenato il 20 agosto 2020 durante un suo viaggio in Siberia, anche in quel caso i suoi sostenitori denunciarono l’uso del Novichock da parte delle autorità russe.

Ue: “crescente e sistematica repressione in Russia”

“La morte inattesa e scioccante di Navalny è un ulteriore segnale della crescente e sistematica repressione in Russia.

L’Unione europea ribadisce il suo invito alla Russia a rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutti gli altri prigionieri politici, tra cui Yuri Dmitriev, Vladimir Kara-Murza, Ilya Yashin, Alexei Gorinov, Lilia Chanysheva, Ksenia Fadeeva, Alexandra Skochilenko e Ivan Safronov”. Lo ha affermato in una dichiarazione l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell.

Alexei Navalny: si è spenta la voce simbolo della ribellione al regime russo

Il coraggio di Alexei Navalny deve rappresentare un punto cardinale su cui orientare l’azione politica basata sulla libertà. Ci uniamo alle parole del segretario della Nato, Jens Stoltenberg, e del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che hanno definito Navalnyj una voce forte per la democrazia. L’oppositore russo ha pagato un prezzo inaccettabile per aver espresso le sue idee, ed è un peccato che non possa dire più la sua.

Fratelli d’Italia ha partecipato alla fiaccolata in Campidoglio per Alexei Navalny dove erano presenti tutte le forze politiche, dopo la commemorazione in Aula alla Camera. Vogliamo ricordare l’attivista russo, oppositore di Vladimir Putin fino a perdere la vita. La sua morte ha colpito tutti coloro che credono nei diritti e nella libertà di un popolo.

L’Italia sostiene l’Ucraina nel conflitto con la Russia e continuerà a farlo. Con la morte di Navalny si è spenta la voce simbolo della ribellione al regime russo. Ma vogliamo far sapere a chi si oppone in Russia, oggi con maggior difficoltà al regime putiniano, che non è solo.