Flotilla, gli islamici non vogliono i gay a bordo

Ecco l’ennesimo cortocircuito per la sinistra, gli attivisti musulmani non riconoscono i valori lgbt di cui la sinistra si fa paladina

Global Sumud Flotilla nella tempesta. Ma non in senso meteorologico. Dopo l’ammutinamento di Greta Thunberg, ecco un altro clamoroso scontro all’interno dell’equipaggio. Islamici contro LGBT, con i primi che si sono rivoltati contro la presenza di attivisti queer. “Sono persone che non ci rappresentano”, ecco cosa hanno dichiarato gli attivisti musulmani a bordo della Global Sumud Flotilla riferendosi agli attivisti queer ed LGBT presenti a bordo. A riportarlo Le Courrier de l’Atlas, ripreso da Libero in un articolo. La sinistra è di fronte ad un grande cortocircuito: vogliono supportare la sumud flotilla, ma gli attivista islamici non riconoscono i valori degli attivisti lgbt e queer.

I musulmani sulla flotilla denunciano i gay

Stando a quanto riportato da Le Coourrier de l’Atlas, proprio il coordinatore della gita, Khaled Boujemâa, ha denunciato quello che, per lui, è un grave: “Ci hanno mentito sull’identità di alcuni dei partecipanti in prima fila nella missione. Accuso gli organizzatori di averci nascosto questo aspetto”. Il riferimento è a tale Saif Ayadi, attivista queer.

Ad intervenire dopo di lui è stata l’attivista Mariem Meftah che ha proseguito “L’orientamento sessuale di ognuno è una questione privata. Ma essere un’attivista queer significa toccare i valori della società e intraprendere una strada che rischia di mettere i miei figli e i miei cari in una situazione che rifiutiamo. Mi rifiuto di permettere che a mio figlio venga offerto un cambio di sesso a scuola.

I commenti dei musulmani sull’LGBT

Le Courrier de l’Atlas ha riportato anche i commenti dei musulmani presenti sulla Sumud Flotilla: “Non voglio che mio figlio veda tutto questo”, “Sono persone che non ci rappresentano”, “Non c’entrano niente con noi”.

La sinistra in tilt

Ecco la realtà. Mentre gli attivisti lgbt in Italia ed in Europa si fanno portavoce degli islamici, proprio questi ultimi non li riconoscono come loro rappresentanti e non vogliono averci niente a che fare. Questo è l’ennesimo cortocircuito per la sinistra. Da una parte portare avanti e difendere i diritti lgbt e la cultura woke, dall’altra supportare chi non crede in questi valori e li ripudia.