«Ha vinto il miglior candidato. Un errore parlare di guerre». La mia intervista a La Stampa

Per la prima volta dalla fine della Prima Repubblica, governare non fa crollare il consenso. Fratelli d’Italia nelle Marche è passata dal 18% di cinque anni fa al 28%, e in Val d’Aosta da 0 a 4 consiglieri

di Federico Capurso

Il centrosinistra aveva dato un peso nazionale a questo voto.

«Per il centrosinistra era la battaglia di tutte le battaglie, l’avevano descritta come la Regione nevralgica per i destini del governo e della Nazione. Adesso sono passati dall’Ohio ad Acqua Canina, che è il più piccolo paese delle Marche. Diranno che era una piccola contesa locale, senza valore nazionale».

Per voi invece ha un valore nazionale?

«Io credo semplicemente che avesse valore per la Regione. Il consenso per il governo Meloni è evidente e confermato, ma i marchigiani votavano per le Marche. Per noi significa che Acquaroli ha governato bene. In questi cinque anni ha fatto un ottimo lavoro e i marchigiani lo hanno visto».

È un modo per blindare il governo anche dai prossimi appuntamenti regionali?

«L’opinione degli italiani sul governo Meloni verrà data alle politiche. Per la prima volta dalla fine della Prima Repubblica, governare non fa crollare il consenso. Fratelli d’Italia nelle Marche è passata dal 18% di cinque anni fa al 28%, e in Val d’Aosta da 0 a 4 consiglieri, diventando il primo partito tra le forze nazionali. Siamo un’anomalia».

Siete il primo partito, governate da cinque anni e lo farete per i prossimi cinque. Le Marche sono diventate una vostra roccaforte?

«Ormai non esistono più roccaforti per nessuno. La fluidità del voto premia il buon governo e le proposte. Non esistono né feudi né fortini. Se Acquaroli non avesse governato bene non sarebbe stato riconfermato. Sono voti locali. Lo abbiamo visto anche in Umbria e in Sardegna, ad esempio, dove non abbiamo vinto».

Lo sfidante del Pd, Ricci, sostiene che abbia pesato l’indagine della procura, che lo ha colpito all’inizio della campagna elettorale, e la strumentalizzazione che ne hanno fatto a destra.

«Non ha senso infierire su Ricci adesso. Gli elettori si sono espressi e quando si esprimono hanno sempre ragione. Però voglio chiarire che noi non abbiamo strumentalizzato la sua indagine. Acquaroli non ne ha mai parlato pubblicamente».

Ricci si riferiva soprattutto ai giornali di destra.

«Mi pare sfidasse Acquaroli, non i giornali di destra. E Francesco non ha mai fatto riferimento nemmeno per errore all’inchiesta che vede coinvolto Ricci. Quando i giornalisti glie ne chiedevano conto, rispondeva che non gli interessava. Torniamo alla realtà. È stato un confronto sulle Marche, non su altro».

Il centrosinistra ha provato a portare nel dibattito la questione palestinese.

«Non è stato fruttuoso, mi pare. E ho qualche dubbio sulla moralità di chi fa sciacallaggio sulla guerra a Gaza e sulle sofferenze della popolazione palestinese nella speranza di raccattare qualche voto. Non è rispettoso».

Guardiamo anche i segnali negativi. Ha votato solo un elettore su due.

«L’astensionismo preoccupa sempre. I cittadini si appassionano alla politica restando sui problemi e sulle risposte concrete, con meno litigi e meno gossip».

Voi siete stati al governo per cinque anni.

«Ma abbiamo vinto e abbiamo tenuto nei numeri. Forse è il centrosinistra che dovrebbe interrogarsi sul perché non hanno saputo coinvolgere un pezzo del loro elettorato».

Il fatto che FdI abbia mantenuto il governo di questa regione può aiutare la Lega a ottenere la candidatura in Veneto?

«Sono questioni slegate. Il mercante in fiera delle Regioni lo lasciamo fare al “campo largo”, dove hanno già barattato le Marche con la Campania, e fatto lo stesso in Puglia. Noi cerchiamo il miglior candidato possibile, a prescindere dalle bandierine».

È da maggio che ne parlate.

«Abbiamo ancora qualche giorno. Certo, a questo punto iniziamo a essere vicini al giorno in cui vanno per forza ufficializzate le candidature. Ma si può sempre scegliere male il giorno in cui ufficializzarle, l’importante è non scegliere male il candidato».