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Mutui casa, rinegozionare il tasso è possibile grazie al Governo Meloni

Mutuo casa

L’aumento del costo del denaro ha provocato un’impennata dei mutui a tasso variabile. Ma grazie alla Manovra chi ha acquistato o ristrutturato casa potrà passare al tasso fisso

In Italia il 19,7% delle famiglie che vivono in case di proprietà ha acceso un mutuo per l’acquisto dell’immobile. A queste si aggiungono quelle che hanno fatto ricorso allo strumento bancario per la ristrutturazione. Parte consistente di queste famiglie, quelle con mutuo a tasso variabile, ha già toccato con mano le conseguenze dell’aumento del costo del denaro. Una stangata in corso da tempo e che ha visto una concreta risposta solo grazie alla Manovra recentemente approvata.

I requisiti per richiedere il passaggio

Grazie al Governo Meloni, infatti, si potranno rinegoziare i mutui sulla casa passando dal tasso variabile a quello fisso. I requisiti per poter accedere a questa opportunità sono i seguenti: 1) il mutuo deve essere stato stipulato prima dell’entrata in vigore della Manovra; 2) l’importo originario non deve essere superiore a 200mila euro; 3) i richiedenti dovranno avere un ISEE non superiore a 35mila euro e 4) non dovranno aver registrato ritardi nei pagamenti delle rate precedenti. La norma prevede inoltre l’opportunità di allungare il piano di rimborso per ulteriori cinque anni, a condizione che la durata residua non superi i 25 anni.

Rinegoziazione del mutuo, l’obiettivo del Governo Meloni

Un intervento, quello contenuto nella Manovra, finalizzato a dare alle famiglie che hanno acceso mutui a tasso variabile per comprare o ristrutturare casa l’opportunità di valutare un passaggio al tasso fisso. Questo anche in vista di un, purtroppo possibile, nuovo aumento del costo del denaro. Allo stesso tempo la norma mira anche a scongiurare il rischio di ritardi nei pagamenti dei ratei riducendo al minimo l’impatto sull’intero sistema economico e finanziario. Una risposta tempestiva a un problema che non risale alle ultime settimane, ma a circa un anno fa (ne parlai già nel marzo scorso qui). Problema che è conseguenza, come detto, dei ripetuti aumenti del costo del denaro decisi dalla BCE per contrastare l’inflazione galoppante. Aumenti che, purtroppo, potrebbero ripetersi, rendendo ancora più gravose le rate. Ecco perché è ancora più importante l’intervento del Governo inserito nella Manovra che concede un’opportunità di scelta e di risparmio ai mutuatari.

Mutui, le differenze tra tasso fisso e variabile

I mutui, principalmente accesi per l’acquisto di una casa, possono essere di due tipi: a tasso fisso o a tasso variabile. Nel primo caso la rata definita alla stipula, tarata sull’EURIRS, rimane praticamente costante nel corso del tempo, a prescindere dal costo del denaro. Questa tipologia, che favorisce una pianificazione dei conti familiari, è conveniente quando è prevedibile che nell’arco di tempo seguente alla stipula i tassi aumentino. Viceversa, le rate dei mutui a tasso variabile (solitamente scelti in caso di scadenze a breve o medio termine) sono soggette a variazioni legate all’andamento dell’EURIBOR, il tasso applicato dalle banche dell’Unione europea sui depositi.

Perché l’aumento del costo del gas incide sui mutui

Tasso Euribor che è andato aumentando consistentemente a causa dei due rialzi dei tassi di interesse decisi dalla BCE negli ultimi tre mesi. Rialzi decisi per fronteggiare l’inflazione scatenata dalla speculazione sui prezzi dell’energia che ha innescato un circolo vizioso: con l’aumento dei prezzi delle materie energetiche aumentano i costi di produzione delle aziende. Aziende che a loro volta, per rientrare delle spese, dovranno aumentare i prezzi dei beni prodotti, compresi quelli necessari alla produzione di altri beni. Ecco perché è di straordinaria importanza l’accordo europeo sul Price cap fortemente voluto dal Governo Meloni, oltre ad altri interventi sull’energia contenuti nella manovra.