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Conte chiede il Giurì d’Onore, ma poi scappa: che figuraccia

Prima Conte chiede il Giurì d’Onore sul Mes poi, quando capisce l’umiliazione alla quale stava andando in contro, batte in ritirata e scappa

Ha dell’incredibile quanto accaduto sulla richiesta da parte di Giuseppe Conte del Giurì d’onore sul Mes. Prima lo richiede a gran voce, ma poi chiede che venga sciolto perché dice non essere terzo ed imparziale. Stranamente, però, lo fa esattamente un giorno prima dell’emissione del giudizio: chissà perché…

In una conferenza stampa il presidente del Giurì d’Onore, l’On. Mulè, ha definito l’atteggiamento vergognoso di Giuseppe Conte “un oltraggio alla Camera dei deputati”, aggiungendo che “interrompere la partita e portare via il pallone appartiene a una logica che per quanto mi riguarda non troverà mai cittadinanza”.

Giuseppe Conte chiede il Giurì d’Onore

Il Giurì d’Onore, nominato dal Presidente della Camera dei Deputati su richiesta di Giuseppe Conte, si stava occupando dello scontro sul Mes tra il leader del M5s Conte e il Presidente Meloni. Il 13 dicembre scorso, durante un suo intervento alla Camera, il Presidente Meloni dichiarò che il secondo governo Conte aveva firmato il Mes da dimissionario, contro il parere del parlamento e con il favore delle tenebre. Giuseppe Conte ha ritenuto che tali dichiarazioni fossero lesive della sua onorabilità e, così, ha chiesto la costituzione di un Giurì d’Onore che è poi stato nominato dal Presidente della Camera.

Nelle scorse settimane erano stati entrambi ascoltati per ore. Conte si è presentato con centinaia di fogli a confutare la sua tesi, mentre Giorgia Meloni ha esposto semplicemente un ragionamento.

Giuseppe Conte scappa dal Giurì d’Onore

Proprio nel momento in cui i lavori si stavano concludendo, con la relazione conclusiva del Giurì d’Onore, i componenti di opposizione Stefano Vaccari, del Pd, e Filiberto Zaratti di Avs, non si sono presentati alla riunione convocata per tirare le somme e hanno rassegnato le dimissioni tramite una lettera a Mulè e Fontana.

Poco dopo, Giuseppe Conte ha inviato una lettera al Presidente della Camera per chiedere lo scioglimento del Giurì d’onore “essendo stata compromessa l’imparzialità”. Veniamo al punto: non esiste prova della non terzietà del Giurì d’onore.

Mulè: “da Conte buttate ombre di discredito su Camera dei Deputati”

Come ha detto il Presidente del Giurì d’Onore, On. Mulè, sta di fatto che sono state buttate ombre di discredito su un’Istituzione e sui Deputati che, secondo la versione di Conte sarebbero rei di non essere obiettivi su quanto hanno ascoltato e sulle pagine che lui stesso ha portato. Una accusa che ha ben poco di onorevole.

Conte continua a perdere contro la Meloni: vince solo nei suoi video finti

Giuseppe Conte perde ancora, abbandonando il campo a un minuto dalla fine. Un perdente d’insuccesso che, dopo aver dimezzato il suo partito, getta discredito su di un organo di garanzia della Camera, accusando lo stesso di mancanza di terzietà, senza avere neppure avuto il rispetto di attendere la conclusione dei lavori. È infatti davvero esilarante assistere alla capitolazione della vicenda del Giurì d’Onore sul Mes attivato contro il presidente Meloni tanto reclamato dall’avvocato del popolo e poi sciolto dal presidente della Camera su richiesta proprio di Conte stesso.

Conte non si può proprio arrendere al fatto di non riuscire a battere Giorgia Meloni. Ma ve lo ricordate quando si era addirittura inventato un video finto, quello dei suoi sogni, in cui vinceva un confronto da Vespa contro la Meloni? Eccolo qui!

Delmastro: “Conte emette il ruggito del coniglio mannaro e batte in ritirata”

“Conte, dopo aver invocato il Gran Giurì contro il Presidente Meloni e temendone l’esito, emette il ruggito del coniglio mannaro e batte in ritirata. Il solito “Giuseppi”: nella prima fase chiede il Gran Giurì, nella seconda chiede la chiusura del Gran Giurì.

Lo sdoppiamento della personalità sembrava una necessità politica quando nel breve volgere di una notte passò, senza soluzione di continuità, da Salvini a Boldrini, oggi apprezziamo che è invece un tratto caratteriale pre politico e ineliminabile con cui l’uomo recita la parte di qualsiasi maschera”. È quanto dichiara in una nota Andrea Delmastro delle Vedove, Deputato di Fratelli d’Italia e Sottosegretario di Stato alla Giustizia.