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Reddito di cittadinanza a condannati per mafia

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Lo Stato non dà un euro a imprese e categorie in ginocchio, ma dà il Reddito di cittadinanza a condannati per mafia

Hanno percepito il reddito di cittadinanza nonostante le condanne per mafia subite. Un altro era stato condannato per omicidio e due stranieri arrestati per associazione mafiosa e a delinquere per traffico di droga.

Un’operazione della Guardia di Finanza di Ferrara ha sgominato percettori del reddito di cittadinanza con dichiarazioni false. Fra loro, oltre a condannati per mafia, anche stranieri che hanno dichiarato di essere in Italia da lungo tempo.

Tutti denunciati per aver dichiarato il falso nella dichiarazione sostituzione unica presentata per poter ottenere dallo Stato il bonus. In tutto sono 17 le persone denunciate (19 dall’inizio dell’anno). A tutela della spesa pubblica, l’Inps ha collaborato alle indagini. 24 i nuclei familiari che a vario titolo hanno richiesto il reddito di cittadinanza pur non avendone i requisiti, fra cui condannati per mafia.

Situazioni già emerse e che continuano ancora, nonostante la situazione di grave crisi.

Cinque non potevano chiedere il reddito per pendenze penali. Incrociando i dati delle dichiarazioni sostitutive uniche per il rilascio dell’Isee, con quelli del casellario giudiziale e dei carichi pendenti è emerso un quadro inquietante. Hanno percepito illegittimamente, in circa due anni, oltre 40.000 euro di aiuti.

Lo Stato non dà adeguati sostegni a imprese e categorie in ginocchio per la pandemia e dà il Reddito di cittadinanza a condannati per mafia che dichiarano il falso.

Nelle indagini individuati anche 12 cittadini stranieri (8 nigeriani, 1 pakistano, 1 marocchino, 1 camerunense e 1 romeno) che hanno falsamente autocertificato. Nei documenti prodotti per ottenere il sussidio, di essere, da lungo periodo di tempo, residenti in Italia, percependo sussidi mensili dai 500 ai 700 euro.