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Truffa delle mascherine fantasma: maxisequestro nel Lazio

Truffa mascherine Lazio

Inchiesta partita da un’interrogazione di Fratelli d’Italia: la Regione Lazio si sarebbe fatta raggirare pagando oltre 14 milioni senza ricevere le mascherine promesse

Una truffa da 14 milioni di euro, compiuta in piena pandemia da criminali che hanno approfittato del momento per vendere quasi dieci milioni di mascherine che non avevano, e resa possibile dalla sprovvedutezza della Regione Lazio. Mentre medici, infermieri e oss combattevano a mani nude un virus sconosciuto, mentre anziani e persone fragili morivano per il Covid c’era chi non si faceva scrupoli a speculare, abbindolando funzionari pubblici. Uno scandalo scoperto dalla deputata di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo, in quel periodo consigliera regionale, che si insospettì per quella commessa e presentò un’interrogazione al presidente del Lazio Nicola Zingaretti. Da lì un’inchiesta della Procura di Roma che ha portato al sequestro preventivo di beni per circa 14 milioni di euro nei confronti di sette indagati cui facevano capo due società: la Eco.Tech srl e la Giosar Ltd. La prima (attiva nella vendita di materiale per illuminazione), secondo la ricostruzione del giudice per le indagini preliminari, avrebbe fatto credere alla Protezione Civile del Lazio di avere la disponibilità immediata dei dispositivi di protezione individuale, ricevendo tre incarichi di fornitura di 9,5 milioni di mascherine alla “modica” cifra di 35.819.200 euro (3,7 euro l’una, quando la Regione aveva ricevuto un’offerta a 2,53 euro) e ottenendo un acconto di 14.680.000 euro.

Tanti soldi intascati, nessuna mascherina consegnata, fatta eccezione per un lotto a triplo strato non qualificabile come dispositivo di protezione individuale. Annullato il contratto la Eco.tech riusciva a farsi rinnovare l’incarico addossando la colpa ad altri soggetti (la Giosar Ltd, appunto) e presentando fidejussioni false. Nel frattempo i soldi incassati prendevano la via verso l’estero, mentre solo una minima parte (circa 700mila euro) veniva restituita alla Regione. A distanza di tre anni, finalmente, il sequestro preventivo. Leggerezze e acquisti perlomeno incauti (qui la cronistoria puntuale della truffa, con tanto di documenti relativi agli incarichi di fornitura delle mascherine) che ha indotto la Corte dei Conti a chiedere spiegazioni all’allora presidente della Regione Lazio e ora deputato del Pd Nicola Zingaretti.