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Via l’onorificenza al dittatore comunista Tito

Finalmente, dopo 55 anni, grazie a Fratelli d’Italia si discute della revoca dell’onorificenza al maresciallo Tito

Un tempo lunghissimo: 55 anni, ma anche solo un giorno sarebbe stato troppo. Finalmente, grazie ad una proposta di legge di Fratelli d’Italia, si discute della revoca dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana concessa al dittatore comunista Tito nel 1969.

Il macellaio Tito

Il dittatore comunista Tito è il macellaio dei massacri delle Foibe e il responsabile del dramma dell’esodo giuliano-dalmata e istriano. Nella veste di capo della Resistenza jugoslava avallò le violenze contro gli italiani (compresi i partigiani anticomunisti, come accaduto a Porzus) lungo il confine orientale per fare della Venezia Giulia la settima repubblica iugoslava.

Quale capo del regime comunista permise che nei primi anni del dopoguerra si alimentasse il clima di terrore contro i nostri connazionali che da secoli vivevano lungo le coste orientali dell’Adriatico. Violenze e attentati (come la tragedia di Vergarolla) che avevano lo scopo di indurre la popolazione italiana alla sottomissione al neonato regime comunista o all’esodo.

La proposta di legge di FdI

Fratelli d’Italia aveva depositato una proposta di legge per revocare la più alta onorificenza italiana al dittatore jugoslavo responsabile del massacro delle Foibe a febbraio dello scorso anno, così come ci aveva già provato nella scorsa legislatura.

È  una legge dello Stato del 1951 a disciplinare le concessioni delle onorificenze, non prevedendo la possibilità di revocarle dopo la morte del “premiato”. Anche se la storia lo ha riconosciuto colpevole di crimini contro l’umanità. Anche se tra le vittime ci sono decine di migliaia di italiani. Dopo anni segnati dalla congiura del silenzio, grazie alla battaglia portata avanti dalla Destra, le vittime delle Foibe e dell’esodo hanno ricevuto riconoscimento attraverso l’istituzione del Giorno del Ricordo.

Quindi, da un lato una legge onora la memoria di chi, per la sola colpa di essere italiano, cadde sotto la violenza comunista iugoslava o fu costretto a lasciare la propria casa. Dall’altro lato un’altra legge permette che persino a chi si è macchiato di crimini atroci contro nostri connazionali sia preservata un’importante onorificenza della Repubblica italiana.

Un cortocircuito della legge e della storia che Fratelli d’Italia ha finalmente risolto. Si discuterà oggi in commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati la proposta di Fratelli d’Italia a prima firma Rizzetto che chiede la revoca dell’onorificenza italiana per il dittatore comunista Tito.