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Sergio Ramelli: noi non dimentichiamo

La sua colpa fu quella di aver criticato le Brigate Rosse in un tema scolastico: noi non dimentichiamo Sergio Ramelli, giovane militante del Fronte della Gioventù, ucciso a soli 19 anni dall’estrema sinistra a colpi di chiave inglese

Fu un tema di italiano, nel quale criticava le Brigate Rosse, a condannarlo a morte. Tema che fu affisso su una bacheca della scuola come capo d’accusa nei suoi confronti, decretandolo un fascista. Così, il 13 marzo del 1975, mentre rientrava a casa sua – in via Amedeo a Milano – dopo aver parcheggiato il motorino, fu assalito da un gruppo di giovani militanti di Avanguardia Operaia che, a colpi di chiave inglese, lo colpirono ripetutamente in testa. Fu lasciato disteso a terra, completamente riverso nel suo sangue. L’ambulanza riuscì a portarlo nel vicino Ospedale Maggiore dove fu sottoposto ad un’operazione di ben 5 ore, che però non migliorò la sua situazione: riuscì a sopravvivere solo per poco più di un mese, prima di spegnersi definitivamente il 29 aprile del 1975.

Non smetteremo mai di onorare la sua memoria.