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SUBITO IN PARLAMENTO LA COMMISSIONE SUL FORTETO

Non ne ho voluto parlare in campagna elettorale: per troppi anni i partiti hanno preso i voti al Forteto. Ora che sono stato eletto non ho dubbi: il mio primo atto da deputato sarà una proposta di legge per l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare sul caso Forteto, una vergogna toscana sulla quale non è stata fatta ancora piena luce.

Per questo oggi ho fatto appello a tutti i parlamentari eletti in Toscana perché aderiscano. Si tratta di una vicenda sulla quale le bandiere politiche non contano, conta solo restituire dignità a tutte le persone che l’hanno persa a causa dei soprusi subiti con la complicità di pezzi dello Stato. Oggi abbiamo a portata di mano la possibilità di farlo.

La recente condanna definitiva per maltrattamenti e abusi su minori per Rodolfo Fiesoli, arrivata dopo anni di omertà e violenze fisiche e psicologiche, è un fatto molto importante, ma non può distogliere dalla necessità di capire le ragioni che hanno provocato anni di soprusi: chi ha favorito la realizzazione di una vera e propria setta deve pagare e non possiamo permettere che situazioni simili possano accadere ancora.
Nel 2012 ho iniziato a battermi in Regione, insieme a colleghi di tutte le forze politiche, raccogliendo le denunce e impegnandomi nelle commissioni regionali d’inchiesta: oggi non abbiamo più scuse ed abbiamo il dovere morale di andare fino in fondo e le vittime il diritto di conoscere la verità. Non c’è più tempo da perdere, è una battaglia di civiltà: serve istituire subito la commissione per iniziare i lavori al più presto. 
Inoltre occorre intervenire per verificare la situazione attuale all’interno del Forteto, formalmente attivo come cooperativa agricola: per questo presenterò subito una mozione per chiedere che il Ministro dello Sviluppo Economico metta la gestione in mano ad un commissario esterno che non abbia a che vedere con il mondo delle cooperative e che rappresenti una reale discontinuità con il passato garantendo trasparenza e soprattutto la dignità di tutte le persone che ci lavorano fra le quali, oltre ai soci dissidenti, ci sono anche persone che hanno denunciato.