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Superbonus, l’ennesimo disastro: ha generato 11mila imprese apri e chiudi

Sono 11 mila le imprese edili nate perché attirate dai facili proventi derivanti dal bonus, mentre sono incalcolabili i danni complessivamente prodotti dal Superbonus di Giuseppe Conte ai conti pubblici

Continuano le brutte notizie dal Superbonus tanto voluto dal governo di Giuseppe Conte. Mentre il contatore delle imprese edili apri e chiudi fa segnare quota 11mila, non è possibile calcolare i danni complessivamente prodotti sui conti pubblici dal Superbonus. Non si arrestano nemmeno le notizie sulle truffe sui bonus edilizi: solo l’ultima scoperta ha portato a 13 arresti che si sommano ai molti già effettuati dall’Autorità giudiziaria per queste ragioni.

Superbonus a spese dei cittadini

Secondo un’indagine del Sole24Ore, sono circa 11mila le imprese edili nate perché attratte dai facili proventi derivanti dal bonus e che non hanno retto, alla fine, la prova del mercato chiudendo i battenti tra il 2022 e 2023. Le modalità con le quali è stato fatto il Superbonus, insieme all’omesso controllo, lo hanno reso una voragine per i conti pubblici. Sebbene il progetto fosse nato per incentivare la riqualificazione energetica degli edifici e per sostenere il settore edilizio durante la pandemia di Covid-19 ha prodotto come risultato la ristrutturazione di oltre 240mila seconde case e anche ben 8 castelli. Il tutto a carico della fiscalità generale, ovvero dei cittadini.

I dati che distruggono il Superbonus

I dati di ENEA, aggiornati a fine gennaio, indicano che gli oneri a carico dello Stato ammontano ad oltre i 107 miliardi di euro. Questi numeri hanno fatto lievitare la spesa totale del Superbonus ad una cifra che, sommata al costo del bonus facciate, raggiunge i 127 miliardi di euro. Collegato al dato della spesa pubblica vi è, ovviamente, quello legato al numero degli edifici ristrutturati, dato che arriva solamente al 3% di tutti gli edifici presenti in Italia. Clicca qui per scoprire quanto è il superbuco prodotto dal superbonus di Giuseppe Conte.

Incentivi senza regole

Inizialmente tutte le imprese potevano accedere ai lavori finanziati dal Superbonus: le regole sono arrivate dopo un po’ di tempo dall’entrata in vigore del maxi incentivo. La prima regola è stata inserita con il decreto 21/2022: decreto che introduce il vincolo del Soa, ovvero l’essere in possesso di una qualificazione dell’impresa, come richiesto negli appalti pubblici. Senza il Soa non è possibile realizzare lavori sopra i 516 mila euro che accedono ai bonus ed occorre una storia lavorativa, dipendenti in regola, delle imprese solide e, dunque, se si è nati ieri non è possibile ottenerlo.

Poi sono arrivati fortunatamente i primi tagli alla misura grazie al governo Meloni: a fine 2022 si passa al 90%, per arrivare al 70% nel 2023. In questo momento la bolla esplode e si arriva al mostruoso dato di 11mila chiusure. Nella rilevazione del Ministro Calderone sullo stato della sicurezza sul lavoro nei cantieri si è riscontrato che oltre l’85% dei cantieri che operavano nei bonus edilizi, ed in particolare Superbonus, presentavano delle irregolarità.

L’ennesima truffa legata al Superbonus

In Puglia si è scoperto, grazie alle attività poste in essere dalla Guardia di Finanza, che le somme ottenute per le finte ristrutturazioni venivano inviate subito all’estero: Lituania, Lettonia, Regno Unito o Cina e che da questi luoghi tornavano in Italia tramite meccanismi di riciclaggio ed auto-riciclaggio. Un grande giro di denaro che ha portato all’arresto nel Salento di 13 persone facenti parte di una presunta associazione per delinquere attiva tra la provincia di Lecce e la Campania.

I danni incalcolabili del Superbonus

Il Superbonus si conferma, quindi, essere uno strumento che ha portato gravi danni alle casse dello Stato, incentivando l’apertura e la chiusura di aziende che non hanno contribuito all’economia nazionale. Si conferma, così, l’inadeguatezza di una misura che pesa e che peserà ancora sulle tasche degli italiani. Ha drogato il mercato a danno delle imprese oneste ed ha prestato il fianco a truffe, attirando gli appetiti della criminalità organizzata, come dimostra a Lecce il coinvolgimento della Sacra Corona Unita.