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Torino: Università ostaggio dei collettivi rossi

Dopo che i collettivi rossi anti Israele irrompono durante la seduta del Senato accademico, l’Università di Torino decide di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele

Le Università italiane dovrebbero rappresentare luoghi di confronto, dibattito e pluralismo. Purtroppo, però, alcuni Atenei sono diventati ostaggio dei collettivi rossi anti Israele. All’Università di Torino, i soliti “bravi ragazzi” dei centri sociali hanno fatto irruzione durante lo svolgimento della seduta del Senato accademico che ha poi votato a maggioranza di non partecipare al bando 2024 del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per la raccolta di progetti di collaborazione con le istituzioni di ricerca israeliane. I collettivi rossi sono i soliti violenti, ma è inaccettabile che le istituzioni si pieghino a questi metodi.

Le istituzioni non possono piegarsi ai collettivi

“Considero preoccupante che il Senato accademico dell’Università di Torino scelga di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele. E lo faccia dopo un’occupazione da parte dei collettivi. Se le istituzioni si piegano a questi metodi rischiamo di avere molti problemi”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla Camera, durante la replica nel dibattito sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

Ministro Bernini: “Non condivido la scelta di Torino”

“Quella dell’università di Torino è una decisione che non condivido seppur assunta nell’ambito dell’autonomia propria degli Atenei. È triste che una scelta simile coincida con la prima giornata nazionale delle università che ha come titolo: ‘Porte aperte’. Ed è francamente sconcertante che si possa pensare di chiuderle. Ritengo ogni forma di esclusione o boicottaggio sbagliata ed estranea alla tradizione e alla cultura dei nostri Atenei da sempre ispirata all’apertura e all’inclusività”. Così il ministro dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini.

Collettivi rossi irrompono durante la seduta del Senato accademico

“L’autonomia universitaria va difesa per questo c’è preoccupazione per la decisione del senato accademico di Torino su Israele. Non sfugge come questa sia maturata mentre era in corso un’irruzione dei collettivi durante lo svolgimento del Senato. Non sfugge neanche come a Torino esista un problema di ordine pubblico legato all’attività degli antagonisti dentro e fuori l’Università. Il nostro Ateneo è un’istituzione che non può piegarsi alla prepotenza né prestarsi a diktat, confondendo peraltro la politica con l’attività di ricerca che per definizione non dovrebbe inseguire opinioni.

Il bando in questione riguarda peraltro la ricerca civile e neanche lontanamente quella militare quindi si tratta di una posizione assunta assolutamente ideologica e un precedente grave per un luogo in cui tutti dovrebbero sentirsi rappresentati. La decisione del senato accademico si accoda a quella del Comune di Torino di sanare il centro Askatasuna: si conferma una deriva inquietante verso l’estrema sinistra che la città non merita”. Lo dichiara il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Augusta Montaruli.