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Voto studenti fuorisede: una norma di equità

Il voto per gli studenti fuorisede è una battaglia storica della Destra universitaria: adesso gli studenti non dovranno più sobbarcarsi costi di viaggio per esercitare un loro sacrosanto diritto

L’Università è uno dei periodi più belli della vita: consente di aprire infinite possibilità, di stravolgere quello che si era pensato potesse essere il nostro futuro, anche in maniera non necessariamente legata al mondo accademico. Gli studenti fuorisede, coloro i quali studiano in una città diversa da quella di residenza, nel momento delle elezioni hanno sempre dovuto sostenere dei costi per pagarsi il viaggio per esercitare il loro diritto al voto, ma finalmente adesso potranno votare anche nella città in cui si trovano per motivi di studio.

Cosa significa essere studenti fuorisede

Essere studente fuorisede non è sempre facile. Significa scegliere di spostarsi dalla propria città di origine, lasciando amici e parenti, per proseguire gli studi universitari lontano da casa. Molti studenti si spostano anche di migliaia di chilometri da casa, dovendo fare viaggi anche molto lunghi e più scali per farvi rientro.

Tornare a casa, anche solo per passare i momenti delle vacanze insieme alla propria famiglia, può voler dire essere costretti a rinunciare a qualcosa pur di riuscire a pagarsi il viaggio per il rientro. Non è facile per le famiglie dover sostenere anche questi costi, oltre a tutti quelli necessari per consentire ai propri figli di studiare lontano da casa.

Voto per gli studenti fuorisede è battaglia storica della Destra all’Università

Poter votare nella città dove si studia significa garantire il pieno diritto di voto a tutti i cittadini, senza che questi siano costretti a pagarsi un viaggio – spesso anche oneroso – per poter rientrare presso la residenza e votare. Azione Universitaria, il nostro movimento universitario, è da sempre sensibile a questo tema e da anni lavora affinché sia consentito agli studenti fuorisede di poter votare nella città dove si trovano per ragioni di studio.

L’emendamento presentato da Fratelli d’Italia per permettere in via sperimentale agli studenti e alle studentesse con domicilio in Italia, circa 600.000 persone, di votare fuori sede già alle elezioni europee di giugno, è un primo fondamentale passo che va in quella direzione. L’emendamento prevede la possibilità per gli studenti fuorisede di votare fuori dal proprio Comune di residenza in occasione delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024.

Dalla sinistra slogan per dieci anni, ma adesso c’è proposta di Fratelli d’Italia

Su questo tema la sinistra per 10 anni, come al solito, si è riempita la bocca di slogan ma senza fare nulla di concreto. Fratelli d’Italia ha presentato un nuovo emendamento che si propone di disciplinare due fattispecie: lo studente è domiciliato in una città che rientra nello stesso collegio del suo comune di provenienza (ad esempio, lo studente di Bari che si trasferisce a Napoli) e quella, invece, in cui lo studente abita in un comune appartenente a un collegio diverso (ad esempio, lo studente di Roma che si trasferisce a Milano).

Nel primo caso, i candidati restano evidentemente gli stessi e, quindi, lo studente sarà semplicemente assegnato a un’apposita sezione elettorale nella città in cui è domiciliato. Nella seconda ipotesi, invece, lo studente fuorisede è chiamato a votare in una sezione elettorale speciale designata appositamente nel capoluogo della Regione in cui studia.

Per esercitare questo diritto, i fuorisede dovranno presentare una domanda al comune in cui si è iscritti entro trentacinque giorni dalla data delle elezioni.

Questo permetterà agli universitari e alle loro famiglie di non caricarsi di ulteriori costi di viaggio per esercitare un sacrosanto diritto, sanando un vulnus che ormai si trascina da troppo tempo.