«Cercavano la spallata e si sono slogati la spalla. Sciacallaggio l’invito al sì durante il corteo per Gaza». La mia intervista al Corriere della Sera

«Hanno fatto di tutto: hanno sciacallato sui bambini di Gaza facendo un ridicolo appello al voto a fine manifestazione, hanno mandato inviti al voto da un registro scolastico a Livorno, a Firenze un gestore addirittura regalava biglietti a chi gli mostrava la tessera timbrata»

di Paola Di Caro

«Noi non volevamo giocare nessuna partita, sono loro che non fanno altro che tentare di destabilizzare un governo che è impegnato a fare il suo dovere, e cioè migliorare le condizioni della Nazione, e farla crescere. Semmai è una loro sconfitta».

C’è stato comunque un 30% o quasi di italiani che a votare c’è andato.

«Sì, ma che facciamo? Diciamo che invece con noi c’è il restante 70%? Sono calcoli senza senso».

Dal Pd avevano sostenuto che prendendo oltre 12 milioni di voti avrebbero superato i vostri alle Politiche.

«Adesso vedremo quanti voti prendono, ma comunque: che numero è? Se dovessimo contare i voti, anche tutto il fronte che ha sostenuto il referendum alle Politiche, messo insieme, ha ottenuto meno voti di quelli che aveva preso nel 2022. Sono giochini che non servono a nulla, senza alcun valore. Tanto più visto che avevano mobilitato mezzo mondo per portare gente al voto: politici, artisti, cantanti, youtuber, tutti!».

Normale no, visto che voi puntavate sull’astensione?

«No, se ci hanno messo in croce dandoci degli antidemocratici soltanto perché abbiamo fatto una scelta legittima, visto che il referendum prevede, oltre al sì e al no, anche l’astensione. Hanno fatto di tutto: hanno sciacallato sui bambini di Gaza facendo un ridicolo appello al voto a fine manifestazione, di sabato, hanno mandato inviti al voto da un registro scolastico a Livorno, a Firenze un gestore addirittura regalava biglietti a chi gli mostrava la tessera timbrata… E per che risultato?».

Che risultato?

«Nessuno. Perfino il mondo che hanno chiamato a raccolta ha molti dubbi su certi temi, come dimostra il referendum, sulla cittadinanza. E comunque, sul lavoro che dovrebbe riguardare tutti, non hanno interessato l’opinione pubblica, perché il mondo del lavoro è già cambiato rispetto a quei quesiti: che senso ha parlare di ‘Jobs act’ in un Paese dove l’occupazione oggi è ai massimi?».

Comunque si dimostra che esiste un’opposizione al governo, che se contata sulla base delle normali percentuali ha un peso…

«Certo che esiste, e ci mancherebbe che non esistesse un’opposizione. Ma questa è senza idee, non ha nulla da contrapporre al governo che, se ne facciano una ragione, durerà fino a fine legislatura per il semplice fatto che le cose le sta facendo. Le do un esempio».

Quale?

«Oggi con una delegazione di FdI siamo a Lampedusa per verificare la situazione dopo due anni e mezzo di governo: beh, qui non esistono più tende di povera gente ammassata, assembramenti, è tutto ben organizzato, nell’hot spot chi arriva è tenuto 24-48 ore, poi riparte. Nell’isola si è tornati a vivere e a villeggiare. Perché noi abbiamo tolto alle tanto “umanitarie” cooperative sul posto la possibilità di lucrare sui disperati, affidando il compito alla Croce Rossa. E sono diminuiti pure gli sbarchi».

Cosa crede succederà ora a sinistra?

«Affari loro, noi abbiamo vinto a Matera e pensiamo a governare».

Sul referendum: si parla di alzare il numero delle firme o di eliminare il quorum, lei che ne pensa?

«Di tutto si può laicamente parlare, ma non perché questo o quel referendum è andato male. Le cose vanno affrontate seriamente, non per cercare di colpire il governo».